Sfida promozione, Brini: veleni e sospetti per la gara contro il Melfi

Sfida promozione, Brini: veleni e sospetti per la gara contro il Melfi
di Luigi Trusio
Domenica 22 Febbraio 2015, 22:24 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 08:46
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BENEVENTO - Il dopo Melfi-Benevento scatena il caso Brini. Le dichiarazioni al curaro dell’allenatore dei sanniti non sono piaciute né alla Lega, né alla Salernitana né tanto meno al Melfi. Il presidente del club lucano, Giuseppe Maglione, intervistato da Tuttolegapro, ha risposto per le rime: «Cosa pensava Brini, di vincere facile? Nessuno può mettere in discussione la nostra lealtà sportiva: eravamo reduci da tante sconfitte consecutive ed era obbligatorio disputare una grande gara per portare a casa punti salvezza fondamentali. Abbiamo perso, è andata male, ma i miei calciatori hanno dato il massimo e vanno elogiati, il nostro spirito di sacrificio merita l’elogio di tutti. Nell’ultima assemblea di Lega, il loro presidente ha detto pubblicamente che questa squadra costa un milione di euro al mese, quanto noi spendiamo in un anno: evidentemente il loro allenatore e il loro direttore sportivo sanno che finire secondi equivarrebbe a un fallimento sportivo». E ancora, a metà tra Benevento e Salernitana: «La nostra età media era di 22 anni, loro hanno una corazzata per la categoria, eppure questa differenza non si è vista. Il Melfi ha fatto una grande partita con l’approccio aggressivo che da sempre ci contraddistingue, vorrei ricordare a Brini che all’Arechi costruimmo tantissime palle gol e che anche la scorsa settimana la gara è stata decisa da un capolavoro di Negro. E se Caturano non avesse colpito il palo».

Nel dopopartita Brini si era lasciato andare a commenti che avevano allungato ombre sulla condotta di gara del Melfi, fin troppo «battagliera» a Benevento se paragonata alle precedenti uscite (in particolare quella dello scorso turno proprio con la Salernitana). «Auguro al Melfi di avere sempre questo atteggiamento - aveva asserito l’allenatore marchigiano - anche se nelle partite che ho avuto modo di vedere non mi è sembrato. C’è qualcosa che non mi sta bene, chi vincerà questo campionato dovrà vantarsi di averlo fatto onestamente e seriamente». Ad alimentare le perplessità in casa sannita, il fatto che alcuni giocatori lucani dopo il triplice fischio siano scoppiati a piangere - «manco avessero perso la finale di Champions», ha ironizzato qualcuno negli spogliatoi -, come pure che nessun tesserato del Melfi si sia presentato all’appuntamento con i giornalisti per confrontarsi sul match, trincerandosi dietro uno “strano” silenzio stampa.

Come se non bastasse, sta facendo discutere anche il giallo relativo alla sostituzione del direttore di gara, comunicata alla società giallorossa soltanto nella mattinata di sabato, quando sul sito dell’Aia era già stato pubblicato dal giorno precedente il nome di Balice di Termoli (direzione abbastanza controversa la sua) quale nuovo designato in luogo di Ranaldi di Tivoli. Il tran tran mediatico ha dirottato, a velocità supersonica, la polemica fino a Salerno, dove sul banco degli accusati è finito proprio il Benevento. Insomma, il derby che può valere l’accesso diretto alla serie B è già iniziato sotto forma di guerra di nervi e i rispettivi ambienti si stanno infiammando in attesa dello scontro dell’Arechi. Da scongiurare però l’eventualità, a questo punto sempre più concreta, che squadre e tifoserie si ritrovino caricate di eccessiva tensione, col rischio che quel giorno, l’Arechi, da teatro del confronto tra le due migliori squadre dell’intera Lega Pro, finisca con il trasformarsi, complice l’esasperazione degli animi, in un’autentica polveriera.







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