Brini catechizza il Benevento: «A Salerno dobbiamo usare la testa»

Brini catechizza il Benevento: «A Salerno dobbiamo usare la testa»
di Luigi Trusio
Mercoledì 4 Marzo 2015, 22:17 - Ultimo agg. 5 Marzo, 08:51
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Benevento. «Di solito in gare come questa si impone chi riesce a gestire meglio la tensione emotiva e la carica agonistica».



Fabio Brini fa le carte al superderby di Salerno, in programma sabato alle 15, e svela l’arcano: l’aspetto mentale ha una rilevanza assoluta quando la posta in palio è così elevata. Tatticamente puoi avere anche le migliori intuizioni e indovinare scelte e alternative, ma se sotto il profilo psicologico sei in qualche modo condizionato, il risultato non sarà mai quello atteso.



«Dobbiamo usare la testa - dice il tecnico marchigiano - ed essere capaci di cogliere tutte le sfumature intellettive che un confronto serrato come quello di Salerno può offrire, ovvero inglobare e motivazioni per acquisire solidità di pensiero ed energia positiva. Puntiamo soprattutto a trovare questo tipo di equilibrio, che rappresenta un lavoro interiore non di poco conto».



Al netto della valenza del karma, per Brini Salernitana-Benevento, «sarà un banco di prova importante ma non sarà affatto decisiva». «Ci sono tante altre partite che saranno fondamentali nel nostro percorso - prosegue l’allenatore giallorosso che a Salerno ha conquistato una promozione in serie B - ancora troppe per sostenere che la sfida di sabato possa ridimensionare le ambizioni di una o dell’altra contendente. L’errore che non dovremo commettere è quello di voler a tutti i costi strafare, solo per dimostrare a chicchessia quale sia il nostro potenziale. Questa squadra 60 punti non li ha fatti a caso, ma ha prodotto risultati con il sacrificio e con l’abilità a restare lucida e compatta anche nei momenti di maggiore difficoltà. Cominciamo a scendere in campo consapevoli di queste nostre qualità, poi il resto verrà da sé: come sempre un ruolo determinante lo giocheranno gli episodi».



Per il match dell’«Arechi» Brini ritroverà Melara e Kanouté («quasi sicuramente saranno tra i convocati») oltre a Vitiello che ha scontato il turno di squalifica. Rimarranno ai box solo Allegretti, De Falco e Doninelli, con questi ultimi due che avranno bisogno ancora di almeno un mese di riattivazione atletica. «Doninelli sta bruciando le tappe ma non possiamo permetterci di esagerare. Oggi (ieri) ha disputato la sua prima partitella, ma fisiologicamente è necessario che concluda il suo specifico programma di ripristino della mobilità dell’arto e del tono muscolare».



L’allenatore di Porto Sant’Elpidio ha già scolpito nel cervello il suo piano d’azione anti-granata, ma ovviamente si cimenta in diversi dribbling rispetto a domande più approfondite: «Farò le scelte all’ultimo istante come capita di solito. Prima valuto ogni tipo di soluzione, poi, quando è finita la settimana, prendo le decisioni. Altro non aggiungo».



Degli avversari non invidia nulla, non teme l’accoglienza ostile e neppure particolari caratteristiche della formazione granata. Ma ci sarà più di qualcosa a cui stare attenti. «La Salernitana ha dalla sua innanzitutto la qualità dei singoli - ammette Brini - che, inserita in un contesto più generale come quello che può essere uno stadio con quindici, ventimila persone, può marcare la differenza. Ma gli spalti pieni saranno uno stimolo anche per noi, e poi non cambierei mai la mia squadra con nessun altra, neppure un singolo calciatore. Non ci sono vantaggi a prescindere, sarà una partita tutta da giocare e sono persuaso che i tifosi assisteranno ad uno spettacolo di grande intensità».



E proprio a proposito del pubblico, all’«Arechi» si marcia spediti verso le ventimila presenze: a Benevento i biglietti venduti sono arrivati a quota 1.650 (sui duemila disponibili per il settore ospiti), a Salerno hanno superato quota tredicimila. «Il pari? Non appongo alcuna firma se prima non ho visto cos’è accaduto sul campo», conclude Brini.
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