Salernitana, Iervolino no limits:
«Regaleremo una salvezza storica»

Salernitana, Iervolino no limits: «Regaleremo una salvezza storica»
di Alfonso Maria Avagliano
Venerdì 20 Maggio 2022, 08:24 - Ultimo agg. 10:00
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«Zitt». Anche Danilo Iervolino fa sua l'espressione del momento. Non poteva mancare l'indice poggiato sul naso, prima della visita alla squadra dopo l'allenamento mattutino di ieri. Accompagnato dall'AD, Maurizio Milan, e dalla responsabile comunicazione, Mara Andria, ha dispensato strette di mano al Mary Rosy, in primis a Sabatini, davanti a un'imponente troupe televisiva. Sono in corso le riprese di un docufilm sulla rimonta granata, in onda presto su una piattaforma a pagamento. Il patron è protagonista assoluto: lenti marroni sfumate ed abito bluette, al solito elegantissimo. Una passeggiata e l'occhio orgoglioso all'innovativo laboratorio di analisi delle performance atletiche realizzato da poco. Poi, l'incontro con calciatori e staff per confermare il premio salvezza. «Non perché ce ne fosse bisogno, i ragazzi sono già motivati. È solo un modo per dare conferma di una cosa incredibile che la squadra sta facendo». 

 

Presidente, se non c'è bisogno di incentivi allora quale messaggio ha trasmesso?
«Serenità, forza, convinzione. Sono già ragazzi pieni di energia, ho parlato alle corde dell'anima per creare il loro futuro qui, affinché possano vivere questa partita pensando e sognando di restare a Salerno anche nei prossimi anni. Soprattutto, di starci bene, immergendosi in un'esperienza che non si può vivere che in questa città. Li ho trovati concentrati e consapevoli dei propri mezzi. Il Mister ha le idee chiare ed il direttore è un leone, è super eccitato. Mi auguro di poter regalare alla città una salvezza storica».

Già, è sicuramente la congiuntura più importante nella storia della Salernitana. Il suo stato d'animo?
«Siamo tutti un po' in sana tensione, sappiamo che è una grande opportunità e dobbiamo farci trovare pronti e preparati. C'è bisogno di fare la partita perfetta. Di quel quid in più, insomma. Il destino è nelle nostre mani e questo ci tranquillizza perché, qualsiasi cosa dovesse capitare, non avremo rimpianti, né recriminazioni. Ci aspetta la partita più dura dell'anno, la affronteremo con grande energia».

Un cerchio di fede che si chiude. Testa all'anno scorso, anche se lei non era ancora nei radar: ritiro a Cascia e voto sullo scoglio di Santa Rita, che si festeggia proprio il 22 maggio ed è patrona dei casi disperati ed impossibili. Lo era anche quello della Salernitana?
«Lo confermo ora, ma lo dissi il primo giorno: io un po' ci credevo, perché sono determinato e mi impegno sempre allo strenuo delle forze.

Ci credevo perché abbiamo preso una leggenda come Sabatini, che voleva salvarsi a tutti i costi, e poi Nicola, l'allenatore dei miracoli, oltre a tanti buoni giocatori. Nello stesso tempo, ammetto che anch'io ho avuto momenti di fiacchezza. C'è scoramento quando giochi bene e non fai risultato, come contro Spezia, Milan o Roma. Tuttavia non ho mai smesso di lottare, dando ottimismo e prospettive alla squadra».

Una rincorsa merito di?
«Un gruppo che ha remato nella stessa direzione e sta per fare un'impresa leggendaria, epica, stoica, fantastica. I ragazzi sanno che non è un percorso frutto del bacio della fortuna. Anzi, siamo in credito. Ci sono merito, sacrificio e tanto talento in questa rimonta. Questa squadra mi somiglia. Ha un carattere forte. Per fare le cose ci vuole sangue vivo, passionale e furibondo. È targata Iervolino, la sento mia. Nelle ultime partite siamo usciti dalla zona retrocessione e siamo qui a giocarcela. Ci davano per spacciati, invece guardate cosa stiamo facendo».

Nel prepartita di Empoli ha sfilato in un abbraccio virtuale con la marea di supporters presenti. Cosa ha provato guardando i loro volti?
«In questi mesi sto vivendo le emozioni più belle e significative della mia vita. Devo ringraziare esclusivamente i tifosi che danno calore, sono appassionati, ci credono fino alla fine. Sono il dodicesimo uomo in campo; senza timore di smentita dico che una tifoseria così non ce l'ha nessuno. Sono stati vicini alla squadra anche nei momenti bui, mai ostili a me, all'allenatore, ai giocatori. Abbiamo bisogno del loro entusiasmo, di vedere allo stadio tante famiglie. Io li amo, mi sento uno di loro».

Lei ha sempre guardato avanti con le parole e i fatti. E adesso?
«Da lunedì ci aspettano tante cose da fare, a prescindere. Parlo di stadio, centro sportivo, piattaforma tecnologica. E poi ricomincerà subito il campionato: in pochi mesi abbiamo molto lavoro da fare. Presto e bene. Non posso dire che ci sia già intesa col Comune per l'Arechi, ma c'è disponibilità ad ascoltarci nella fisiologia dei rapporti istituzionali. Ancora non abbiamo avanzato una proposta concreta, fatta di numeri e soluzioni pragmatiche. Stiamo sondando il da farsi, troveremo sicuramente l'accordo». 

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