Le amicizie pericolose di Reina:
Porsche, feste e persino i massaggi

Le amicizie pericolose di Reina: Porsche, feste e persino i massaggi
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 23 Maggio 2018, 10:15 - Ultimo agg. 11:38
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Le notti in discoteca assieme ai propri compagni di squadra, ma anche con gente che frequenta un boss della camorra del calibro di Ettore Bosti. Poi l’uso di una Porsche che gli viene prestata a titolo di amicizia, finanche i massaggi in un centro di via Carlo Poerio, così tanto «per pariare» assieme agli amici spagnoli. Fino ad arrivare al due maggio scorso, la notte dell’addio al Napoli, in un locale che sarà sequestrato in una indagine per camorra. Eccolo Pepe Reina, nella sua audizione top secret in Procura. 
 

Partiamo dalla fine, dall’addio ai compagni di squadra con duecento invitati nel Club Partenopeo di Coroglio, in una città ammutolita per la fine del sogno scudetto. Non è stata una serata gratis - spiega Reina - ma a pagamento. Ai pm di Napoli, il neo portiere milanista ha spiegato di aver girato circa 5mila euro alla società riconducibile ai tre fratelli Gabriele, Giuseppe e Francesco Esposito (quest’ultimo, difeso dal penalista Roberto Saccomanno, è stato scarcerato ieri dal Riesame), gli imprenditori ritenuti legati ai clan. Tardo pomeriggio di due giorni fa, Reina entra subito nel merito dei rapporti con quei tre imprenditori specializzati nel settore dei giocattoli, diventati in questi anni anche manager di fatto della discoteca Club Partenopeo. Una festa che risale a pochi giorni prima che il gip D’Ancona firmasse gli arresti dei tre Esposito e il sequestro del locale, sull’onda d’urto dell’accusa di interposizione fittizia di beni aggravati dal fine mafioso. Nessuna accusa viene riservata a Reina, che viene ascoltato come persona informata dei fatti dai pm Francesco De Falco, Enrica Parascandolo, Ida Teresi (indagine coordinata dall’aggiunto Filippo Beatrice) e dallo stesso procuratore Gianni Melillo, ma vengono chieste informazioni sui rapporti intrattenuti con gli Esposito.
 
Rapporti quanto meno discutibili, sconvenienti, tanto da costare il deferimento del portiere in sede disciplinare. Stando alla versione resa da Reina, quella serata nel Club Partenopeo di Coroglio - era il due maggio - non fu un omaggio degli Esposito, dal momento che il giocatore spagnolo versò regolarmente il saldo della serata. Come concordato con i gestori del locale, il bonifico avvenne qualche giorno dopo la serata di addio, quando ormai gli Esposito erano stati arrestati. In dieci mesi, gli Esposito sono stati arrestati due volte (l’estate scorsa furono scarcerati dal Riesame), diventando un problema (almeno in sede disciplinare) per i calciatori che li hanno frequentati. Reina, Paolo Cannavaro, Salvatore Aronica hanno avuto per anni contatti con gli Esposito. E stando all’informativa firmata dal capocentro Dia Giuseppe Linares, anche Higuain li ha incontrati. Nulla di rilevante, dal momento che per l’attaccante argentino poi passato alla Juventus non ci sono accuse sotto il profilo penale, né per quanto riguarda la giustizia sportiva. Ricordate quella domenica estiva di cinque anni fa? Tramite Paolo Cannavaro, Higuain trascorse una giornata in barca a Capri (agosto 2013) grazie agli Esposito e sono ancora gli imprenditori oggi in cella a parlare di notti in discoteca con l’asso argentino (lo ripetiamo: del tutto inconsapevole di aver incrociato soggetti in odore di camorra). Ma torniamo a Reina e al suo rapporto con gli Esposito. Cordialità, amicizia con imprenditori tifosi del Napoli, nulla di più secondo il calciatore. Stando alle informative della Dia, Reina avrebbe anche usato un’auto di grossa cilindrata, una Porsche Panamera intestata a una società di leasing riconducibile agli Esposito. È proprio l’auto «ambientalizzata» dalla Dia, imbottita di microspie, che diventa una miniera di notizie. Sono infatti ancora le intercettazioni a svelare la richiesta del calciatore di recarsi in un centro massaggi di via Carlo Poerio, una vicenda che viene bollata come «sconveniente» dagli stessi uomini della Dia. 

È il 23 marzo del 2014, quando Gabriele Esposito contatta Gianluca Amoroso (imprenditore estraneo all’inchiesta in corso, ndr), per segnalargli la volontà di Reina di recarsi nel centro massaggi di via Carlo Poerio. Seguono indicazioni sul parcheggio, sul prezzo del trattamento, sull’orario dell’appuntamento al quale saranno presenti anche alcuni amici spagnoli di Reina. Scenari imbarazzanti, nulla di più. Diversa invece l’attenzione della Procura di Napoli su un altro filone delle indagini legate ai fratelli Esposito e il mondo del calcio. Sono ancora le intercettazioni il punto di partenza, in relazione alla richiesta di biglietti a Paolo Cannavaro da parte di un soggetto borderline. Due biglietti per una parente di Bosti e uno legato alla famiglia Pompeo. Sulle prime l’ex difensore del Napoli prova a fare opposizione poi i ticket arrivano (e si aggiungono ad altri sei biglietti omaggio), in uno scenario che al momento è costato il deferimento per il dirigente azzurro Alessandro Formisano. Un filone sul quale la Dda punta ora a fare chiarezza, anche per capire chi fosse l’uomo che nel 2014 poteva permettersi di fare la voce grossa con il capitano di una squadra che lottava per vincere lo scudetto. 
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