Ancelotti-Napoli, dolori improvvisi:
il feeling di inizio anno è un ricordo

Ancelotti-Napoli, dolori improvvisi: il feeling di inizio anno è un ricordo
di Roberto Ventre
Mercoledì 24 Aprile 2019, 09:05
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Le due sconfitte consecutive al San Paolo, il rumoreggiare a fine partita dei tifosi, una squadra sempre più imballata e in crisi nera di risultati. Ancelotti vive decisamente il momento più difficile da quando è a Napoli e sta conoscendo l'altra faccia della medaglia, quella nota a un allenatore esperto come lui quando i risultati non arrivano.

IL RAPPORTO CON L'AMBIENTE
Immutato il feeling con De Laurentiis, il presidente gli ha dato carta bianca per il presente e per il futuro. Si è verificato invece qualche primo scricchiolio con l'ambiente per le ultime delusioni, l'eliminazione in Europa League con l'Arsenal e il ko in campionato contro l'Atalanta che si aggiungono ad altri momenti poco felici, come l'eliminazione in coppa Italia ad opera del Milan, e un campionato in cui il Napoli non è riuscito a dare filo da torcere alla Juventus a dispetto di quelli che erano i propositi iniziali. Durante la partita con l'Atalanta in curva B è stato anche esposto uno striscione «Sarri, uno di noi», dedicato all'ex allenatore a un anno esatto di distanza dalla vittoria di Torino sulla Juve con il gol di Koulibaly. Con Ancelotti fu amore a prima vista con la tifoseria napoletana, già dai primi allenamenti in ritiro a Dimaro, una vera e propria accoglienza da re per l'allenatore tra i più vincenti in Europa. Assorbiti bene i primi ko degli azzurri e anche l'uscita in Champions League. Qualcosa è cambiato invece dopo l'eliminazione in Europa League ad opera dell'Arsenal con le prime osservazioni critiche dei tifosi sui social nei confronti del tecnico.

IL CALO
Netta la flessione del Napoli che ha retto fino a dicembre sfruttando l'ottima partenza e l'effetto entusiasmo per i primi risultati positivi nel girone infernale di Champions League e poi da gennaio è sensibilmente calato. Dalla notte di Anfield contro il Liverpool qualcosa è cambiato negli azzurri a livello di testa e nel nuovo anno è cominciato il calo coinciso con la flessione di Allan e Insigne, due degli uomini cardine del Napoli nella prima parte di stagione. Un passo indietro in termini di autostima con l'aggiunta nelle ultime partite di una frenata come motivazioni per il largo vantaggio accumulato sulle inseguitrici: l'ultima partita di spessore all'Olimpico contro la Roma (un pirotecnico 4-1 contro una squadra però in chiara difficoltà), poi l'aprile nero, con quattro sconfitte (due in campionato con Empoli e Atalanta e le due in Europa League con l'Arsenal), il pareggio con il Genoa e l'unica vittoria contro il Chievo Verona, formazione ultima in classifica.

 
LE DIFFICOLTÀ DIFENSIVE
Squadra poco brillante sul profilo atletico e involuta sul piano del gioco: il Napoli di Ancelotti si è smarrito accentuando i difetti già emersi in altri momenti della stagione e cioè la mancanza di cinismo sotto porta e la vulnerabilità in fase difensiva. Gli azzurri dopo la partita di andata di Europa League contro il Salisburgo, giocata il 7 marzo, match in cui Meret fu artefice di almeno tre prodezze, hanno sempre preso almeno un gol a partita. Un passo indietro clamoroso in fase difensiva con ben 10 gol incassati in sette partite di campionato, ai quali vanno ad aggiungersi i 6 presi nelle tre partite di Europa League (la trasferta contro il Salisburgo e la doppia sfida contro l'Arsenal). Il Napoli si è sfaldato in termini di compattezza perché ha difeso peggio di squadra e perché ha pagato a carissimo prezzo l'infortunio di Albiol che dovrebbe tornare disponibile a Frosinone.

IL GIOCO
Ancelotti dopo aver cominciato il campionato con lo stesso modulo di Sarri, il 4-3-3, anche se con accorgimenti diversi sul piano tattico dopo la sconfitta di Genova contro la Sampdoria ha cambiato assetto passando al 4-4-2 e spostando Insigne da esterno di attacco a una posizione più centrale e vicina alla prima punta. La scelta ha sortito effetti positivi nella prima fase, soprattutto in Champions dove Ancelotti indovinò la formula difensiva con tre centrali. L'effetto sorpresa è durato fino a gennaio, poi gli azzurri sono diventati prevedibili facendo registrare un passo indietro evidente in termini di pericolosità offensiva e come brillantezza atletica.
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