Commisso e De Laurentiis,
strana alleanza tra States e pallone

Commisso e De Laurentiis, strana alleanza tra States e pallone
di Pino Taormina
Sabato 15 Maggio 2021, 09:30 - Ultimo agg. 16 Maggio, 10:19
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«In Italia i club si prendono gratis. Come De Laurentiis con il Napoli». No, Commisso si sbaglia. Non avrà pagato il Napoli quanto lui la Fiorentina, ma De Laurentiis non ha rilevato il club azzurro a zero euro. Spese, per l'esattezza, 32 milioni di euro. Nel 2004. Per partire dalla serie C. La vigilia della partita del Comunale tra Fiorentina-Napoli non è però uno scontro tra De Laurentiis e Commisso. Anzi: la vigilia si vive attorno alle accuse del patron viola alla stampa toscana che ha poi provocato la reazione di Ussi, Ordine dei giornalisti e così via. «Mi avete chiamato Rocco il terrone, lo zio d'America, Rocco Benito. Avete massacrato me, la mia famiglia e il mio allenatore, Beppe Iachini, quello col cappellino: sono state cose indegne», ha detto il patron nel corso delle due ore di conferenza spesso a muso duro, certo manifestando insofferenza nei confronti di chi ha messo al muro il suo lavoro in queste mesi. Certo è che la società con il settimo monte ingaggi della serie A, si è salvata a fatica, annaspando e senza mai dare la sensazione di poter entusiasmare il popolo fiorentino. Commisso nel suo sproloquio ha parlato anche del prossimo allenatore della Fiorentina ma il nome di Gattuso non lo ha mai fatto. «Dovrete attendere la fine della stagione», ha replicato con puntuale fastidio. Già, chissà se questa passione per Ringhio sia di natura geografica visto che il patron del club viola è di Marina di Gioiosa Ionica mentre il campione del mondo del 2006 è di Corigliano. Accordo non c'è tra i due. «Voglio uno che sappia vincere», ha detto confermando che Gattuso risponde esattamente al suo identikit. Detto questo, gli incontri della verità ci saranno, nel caso, solo alla fine della serie A. Perché fino ad adesso c'è sempre stata una grande stima di Commisso nei confronti di Gattuso. Ma nei dettagli della trattativa ancora non si è entrati, è presto. Intanto De Laurentiis è già a Firenze. È arrivato ieri, con la moglie. Oggi attenderà nell'hotel a due passi dalla Leopolda l'arrivo della squadra e di Gattuso. Forse, l'ultima serata per capire se il patron intende fare un tentativo di riavvicinamento con Ringhio sul fronte del contratto. Il tempo è quasi scaduto per la ricerca di una intesa. 

Tra Commisso e De Laurentiis c'è una strana alleanza che, pare, resistere alla bufera scatenata dalla Superlega.

Joe Barone, il direttore generale della Fiorentina e anche vice presidente dei New York Cosmos, ha sempre sostenuto le tesi del Napoli: dal boicottaggio dei Fondi (gli alleati viola hanno sostenuto il piano di De Laurentiis che ha proposto di creare una media company in cui sarebbe la stessa Lega produttrice e proprietaria del prodotto calcio) al sì all'offerta per i diritti televisivi a Dazn. E ci sono le firme viole e azzurre nella lettera in cui si chiedevano le dimissioni di Dal Pino al vertice della Lega Calcio. E nell'ultima riunione informale tra i padroni della serie A, dopo che anche Atalanta e Verona si sono sfilate, le «sette sorelle» sono rimaste appena tre: Lazio, Napoli e per l'appunto Fiorentina. 

Il Napoli poi per Commisso è una squadra particolare: è stata la prima partita dopo l'acquisto della Fiorentina. Il primo match da presidente in serie A, il 22 agosto del 2019, lo vide dalla Curva Fiesole. Quel giorno era allegro. Non come in queste ore dove addirittura minaccia: «Ora ho intenzione di mettere in vendita la società ai fiorentini, a quelli che sono ricchi....». Una provocazione dettata a suo dire dalle «troppe critiche finora ricevute e dalle tante cose inaccettabili lette e sentite nei mie confronti e sulla mia famiglia». «Chi volesse la Fiorentina dovrebbe fare come me, di questi 335 milioni mettere una caparra di 35 entro 10 giorni. Ci sarà qualche fiorentino disposto ad acquistarla?». Solo una provocazione. 

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