De Laurentiis non vende il Napoli:
«Assillato dai fondi ma mi diverto»

De Laurentiis non vende il Napoli: «Assillato dai fondi ma mi diverto»
di Pino Taormina
Mercoledì 3 Agosto 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:30
4 Minuti di Lettura

Inviato a Castel di Sangro 

Aurelio De Laurentiis è lì nel suo quartier generale. Che non lascia mai in questi giorni abruzzesi. E dal suo riservato ritiro a Rivisondoli si concede a cuore aperto ad Alan Friedman. E nel programma Smart Talk torna a confessare le proposte che ha rifiutato nel nome del Napoli: «I fondi mi assillano. Mi hanno offerto 2 miliardi per il Napoli e la Filmauro ma io mi diverto, sono tifoso e in pensione non ci voglio andare». Ecco, un muro alzato da tempo: De Laurentiis non vuole vendere il club azzurro che ha comprato nel 2004. Messaggi chiari, non sembrano delle schermaglie. Non ci pensa, né vuole trattare. Ascolta le offerte, gli piace farsi una idea di fino a quanto possano spingersi i pretendenti ma poi ferma tutto. 

Il ritiro è lungo. Tra colloqui di mercato ma anche interminabili riunioni per organizzare ogni tipo di cosa. Racconta un altro suo tarlo. «Non prenderò mai più calciatori africani o anche sudamericani, o rinunciano alla Coppa d'Africa, alla Coppa America o dico basta. Non li mando più in giro a giocare con gli altri mentre io pago lo stipendio e corro tutti i rischi del caso». Spiega De Laurentiis a proposito della Superlega e delle riforme dei campionati: «Noi siamo dei cretini che ci prestiamo a giocare 50 partite all'anno. I 5 paesi più importanti devono fare una competizione a parte. Basta a queste competizioni farlocche come Champions, Europa League e via dicendo. Bisogna creare una competizioni che si giochi durante la settimana tra i top 5 campionati europei. Ero contrario alla Superlega perché erano dei privilegiati che invitano altri. Ora si sono inventati la stupidata della Conference League, ma le prime sei dei migliori 5 campionati dovrebbero creare un campionato a parte. I giovani ci stanno abbandonando perché il campionato è farlocco e non è più competitivo». Non dice quale è la ricetta per cambiare le cose, non spiega la via per uscirne fuori. Va a ruota libera, è a suo agio con il noto giornalista americano.

De Laurentiis racconta ancora: «Il mondo del calcio è un mondo cieco, è meglio andare male.

Tutti si sono dimenticati del concetto del Fair Play Finanziario. Il calcio è passione, ma anche industria. Se è industria non si può dimenticare, abbiamo lasciato anche lì far da padrona alle istituzioni del calcio per Uefa, della Fifa. Dovrebbero operare per noi e invece noi siamo i feudatari. Non è vero che il Napoli guadagna, ci stiamo leccando le ferite perché abbiamo perso oltre 200 milioni negli ultimi due anni. Il mondo del calcio non sa gestirsi, si fa il teatrino per gli altri».

De Laurentiis mostra serenità. I conti sono stati sanati, il monte ingaggi è tornato a livelli che ritiene sostenibili, il ritorno in Champions con i 50 milioni che porta in dote. E quindi, ecco che spiega: «Sono assillato dai fondi che vogliono comprare il club, basta! Gli americani mi hanno offerto in passato 900 milioni per il Napoli. Io voglio fare il 12esimo uomo in campo e il tifoso, lasciatemi divertire ancora. Lavoriamo con onestà per gli 83 milioni di simpatizzanti del Napoli nel mondo, vogliamo fare gli investimenti giusti e corretti. Io non ho mai giocato a calcio, sto dalla finestra a guardare con grande umiltà imparando. Io faccio il mio, l'allenatore fa il suo e il direttore sportivo deve fare il suo mestiere. Tutto questo per rispetto del tifoso. Abbiamo pensato di fare 13 magliette con il mio amico Giorgio Armani, ci abbiamo messo tanti soldi ma è un percorso e un racconto per i tifosi». Infine ribadisce i suoi dubbi sulla stagione: «È un campionato atipico e anomalo questo. Hanno fatto un accordo per giocare in Qatar e giocare i Mondiali in inverno, questo fa comodo per interessi economici. Il Qatar ha il Psg che paga quei grandi stipendi perché ogni minuto tira fuori il petrolio. Sarà un campionato di super grande allenamento, diviso in due parti». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA