Al primo squillo del telefono Eddy Merckx, 80 anni tra due giorni, risponde. E, a sorpresa, prendendo in contropiede, parla di calcio e non di ciclismo. «Complimenti a Napoli e al Napoli, guarda che il De Bruyne che la società ha preso è uno grandissimo. De Bruyne, ho detto, e non Mertens, che sarà pure stato un bravo finisseur sulla fascia, ma Dries mi ricorda troppo quel Maertens, Freddy, ciclista che a Barcellona mi fece perdere il Mondiale del '73, vabbè che vinse Felice Gimondi, un galantuomo almeno, e non un cinico come era Freddy...». E Lukaku? «Bah, è un finalizzatore necessario e talora insufficiente, come era per me Guido Reybrouck, quando dovevo tirargli la volata. Ed allora, poiché non ne ero sicuro, la volata di testa me la continuavo a fare io...».
Torniamo al ciclismo. Merckx è stato il più grande campione di sempre? «Ma lascia stare... C'è stato Coppi prima di me, ora c'è Pogacar. Lascia stare, il tempo non è ieri». Eddy ha bene impressa una data: il 12 giugno 1968, quando vinse a Napoli, al velodromo dell' Arenaccia, il suo primo Giro d'Italia, raccontato da Riccardo Cassero sulle colonne del Mattino. «Sai, era il Giro delle Tre Cime di Lavaredo, come ero forte e che emozione. La Faema, Adorni, Vandenbossche, scrivilo tutto attaccato viene meglio... Che nostalgia. Vincitore di un Giro non avendo compiuto ancora i 23 anni, il primo vinto di mercoledì».
Già, un giorno feriale, lavoratore e ciclista e sotto la pioggia, quel pomeriggio. «Avevo il dorsale “21” e francamente tanto freddo... Ma che gioia su quel podio». Il primo dei belgi e degli stranieri che abbia davvero vinto a Napoli, noi vivevamo la giovinezza e la maturità mica solo dello sport, 1968, dalle nostre parti non è più venuto da allora. Certo a Benevento, Giro 1976 un whisky dopo l'arrivo in albergo con Gimondi. E sceso di sella, per le sue bici, da Cristian Auriemma, a Pietravairano, nel 2002, un Giro che si fermava a Caserta. Napoli sublime di luci l'ha rivista in cartolina e in video, come passa il tempo. «Sai, ho visto che Kevin De Bruyne è arrivato in Italia con il sole. Mi piacerebbe incontrarlo sul lungomare, che volata. Che dite, si può fare?»
E ripensa a quel giorno del ‘68. «Ho un aggettivo per la mia vittoria a Napoli di allora, sai, non te l'ho detta mai prima. Mica conosci il francese? Inoubliable». Indimenticabile quel pomeriggio di 57 anni fa, con gli applausi dei napoletani che si sono poi innamorati di calciatori belgi. Mertens, Lukaku e adesso c’è De Bruyne. Gli 80 anni di Eddy tra due giorni, martedì 17, già celebrati in Belgio, dove il campione è stato ricevuto da Re Filippo per l’omaggio del Paese.