Prima la Juventus, poi il Salisburgo:
il Napoli questa volta non fa turnover

Prima la Juventus, poi il Salisburgo: il Napoli questa volta non fa turnover
di Bruno Majorano
Sabato 2 Marzo 2019, 08:00
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C'è stato un tempo - nemmeno poi così lontano - in cui a Napoli la formazione la si poteva recitare a memoria. Come quelle storiche del passato: l'Inter dei record, l'Italia dell'82 e così via. C'è stato un tempo in cui a Napoli non andavano in campo 11 giocatori, ma i titolarissimi: quelli che rappresentavano esattamente lo stereotipo decantato da Checco Zalone quando parlava del posto fisso. Sì, perché loro potevano vivere di mille dubbi e di unica certezza: la domenica sarebbero partiti dall'inizio. Ecco, quel tempo non c'è più. Come la prima Repubblica e come le mezze stagioni. Anche questo sintomo dei tempi che passano.

Eppure, tanto per cambiare un po', contro la Juve i dubbi della vigilia sono quasi ridotti all'osso. Forse non ce ne sono neppure. Complici assenze più o meno forzate, infatti, Carlo Ancelotti dovrebbe affidarsi ai suoi uomini di fiducia. Perché l'allenatore del Napoli è il primo a pensare (giustamente) che a dispetto dei 13 punti che separano la prima dalla seconda della classe, quella di domani sarà una partita da vincere. A tutti i cosi. Ecco perché i quattro di centrocampo saranno i più scontati (Zielinski e Callejon sulle fasce, Allan e Fabian in mezzo), così come scontati sembra anche la linea difensiva falcidiata dagli infortuni. E allora Hysaj sarà dirottato sulla sinistra, con Malcuit sulla fascia opposta e la coppia di centrali composta da Maksimovic e Koulibaly. E poi?
 
Insigne sembra l'unico sicuro di una maglia da titolare. Perché se è vero che Milik ha oramai superato Mertens nelle gerarchie di Ancelotti, è altrettanto vero che il polacco viene da una settimana caratterizzata da qualche acciacco. Nulla di preoccupante, sia chiaro. Ma un pizzico di precauzione (e anche di pretattica) non guasta. Tanto più che alle sue spalle scalpita Mertens, che proprio all'andata sbloccò il risultato con il gol del momentaneo e fugace vantaggio del Napoli. Probabile che il ballottaggio possa essere vinto da Milik, ma solo al fotofinish (dopo il ritiro di domani a Castel Volturno). Perché nella testa di Ancelotti la cosa più importante è mandare in campo gli 11 migliori. Discorso diverso per quel che riguarda il portiere, visto che con Ancelotti si è capito non esserci una gerarchia definita sull'argomento. Fino a quando le condizioni fisiche di Meret non rassicuravano l'allenatore, Ospina non ha avuto grossa concorrenza, visto che Karnezis ha capito fin da subito che il suo ruolo sarebbe stato quello di comprimario. Ora le cose sono cambiate e tra il colombiano e il baby italiano è sempre corsa alla pari. Anche se domani Meret dovrebbe essere preferito a Ospina, le chance di giocare dall'inizio dell'ex Arsenal non sono certo ridotte al lumicino.

A proposito di certezze. Un'altra che oramai sembra evidente è quella relativa alla presenza in massa del popolo azzurro che dopo mesi di fredda latitanza ha deciso di ritornare in massa al San Paolo. Circa 50 mila i napoletani previsti domani sulle tribune, cosa che solitamente avrebbe rappresentato la normalità, ma di questi tempi è quasi una novità. Come in passato, allora, tornano anche loro. Proprio come i titolarissimi: sintomo di una tendenza che sta cambiando. Ma in questo caso il ritorno al passato non è sinonimo di regressione.
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