Il Napoli torna a Napoli incompleto:
cantiere azzurro tra flop e speranze

Il Napoli torna a Napoli incompleto: cantiere azzurro tra flop e speranze
di Gennaro Arpaia
Domenica 7 Agosto 2022, 18:00 - Ultimo agg. 8 Agosto, 08:29
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Venticinque giorni, tutti d'un fiato o quasi, tra lavoro sul campo, nuovi volti, addii obbligati e speranze. Quelle che non mancano mai, soprattutto quando è luglio o agosto e il sole pesa più delle notizie di mercato. Il Napoli è tornato a casa ieri sera, subito dopo l'ultimo match amichevole contro l'Espanyol giocato allo stadio Patini, teatro della seconda parte di ritiro azzurro a Castel di Sangro. La squadra di Luciano Spalletti ha eseguito il rompete le righe  a mezzanotte: due giorni di pausa, poi il ritrovo a Castel Volturno, dove comincerà davvero la stagione sotto il sole cocente e con il Verona nel mirino. 

Si è partiti a Dimaro un mese fa: dieci giorni da gustarsi in Trentino, finalmente lontani da quei problemi covid che avevano fatto saltare l'edizione dell'estate 2020. Sono tornati gli autografi, i sorrisi con i tifosi, la gente in piazza. Sembrava di essere tornati al 2019, almeno in parte. Mancavano tanti calciatori, ma l'addio a Koulibaly è stato il momento più doloroso della Val di Sole, appena prima della presentazione ufficiale della squadra alla tifoseria. E poco importa se c'erano da applaudire i volti nuovi di Kvaratskhelia o Olivera (il georgiano è tutt'altro che un colpo da sottovalutare), se si sognava Cristiano Ronaldo e si inseguiva Kim: l'addio del Komandante ha spaccato in due la piazza che da Dimaro è andata via con un capitano in meno e un sogno infranto: Dybala firma per la Roma appena prima di fare le valigie e tornar giù. 

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Se in Trentino l'addio era stato a Koulibaly, a Castel di Sangro si realizza invece il lungo saluto a Mertens: il Napoli perde in pochi giorni due pezzi storici dell'ultima decade azzurra, Aurelio De Laurentiis prova a spiegare le ragioni di quel doppio - o quadruplo, ci sono anche Insigne e Ospina - addio ma la piazza non vuole saperne. Il distacco da Dries è doloroso, fa male più dei mancati arrivi. Lo senti dalle parole della gente che s'incrocia per strada: maglie e sciarpe sono presenti, sorrisi abbozzati in attesa di capire quello che sarà. «Ma quando compriamo?», «Ma le altre si sono rinforzate», «Ma la Champions con questa squadra così inesperta?», le domande potrebbero alternarsi per tutto il giorno. Glielo leggi negli occhi che l'amore per la maglia va oltre ogni dubbio, ma a volte neanche quello riesce ad arginare il sospetto. Il sorriso di Kim prova a distendere un poco gli animi, ma il mercato per il resto non regala grandi spunti: Petagna ha sempre la valigia ma non il biglietto di andata, Raspadori è nascosto dietro il muro del Sassuolo e Simeone si è perso nel tragitto tra Verona e Napoli.

Che giocheranno anche la prima di campionato con la curiosità di capire quale maglia indosserà il Cholito. 

 

Il campionato, appunto: il Napoli si è preparato alla nuova stagione con due amichevoli a Dimaro e quattro a Castel di Sangro. E in Abruzzo, dove la cornice di pubblico non è stata quasi mai incoraggiante almeno nei numeri, non ha entusiasmato: tre pareggi, brutti, scialbi, quasi senza emozioni contro Adana, Espanyol, Mallorca, e una vittoria arrivata nel finale di gara contro il Girona. Non proprio le avversarie che arriveranno in Champions o che si giocano lo scudetto. Le altre pretendenti al titolo comprano e in campo cominciano a convincere, Spalletti invece ha in mano ancora un cantiere: manca un portiere - o due - Fabian sta per partire e i colpi in entrata per l'attacco sono un rebus. Qualche alibi c'è, ma serve anche molto altro: De Laurentiis - che si è visto solo ieri per l'ultima amichevole - lo sa e ha una sola settimana per risollevare il morale di una tifoseria già delusa (a volte anche senza motivo) e in attesa di una stagione anonima.

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