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Napoli-Inter, dai veleni a Diego:
quel mezzo secolo di sfide scudetto

di Pino Taormina
Articolo riservato agli abbonati premium
venerdì 11 febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. : 12 febbraio, 08:26
3 Minuti di Lettura

Napoli-Inter al vertice della classifica ha solo tre autentici precedenti: uno a San Siro e due al San Paolo. Il 21 ottobre 2017 i nerazzurri guidati da Spalletti (Sarri lo ribattezzò «ministro della difesa») arrivarono staccati di due punti e la gara finì 0-0. Poi, strada facendo, lo scudetto divenne una questione a due tra Napoli e Juventus. In precedenza, alla 13esima giornata del campionato 88/89 l'Inter arrivò da prima in classifica a Napoli che inseguiva, secondo, distante tre punti: era il 15 gennaio e anche allora finì 0-0 e quel pomeriggio l'Inter di Trapattoni si mise addosso mezzo scudetto. Un altro scontro diretto, però a campi invertiti, avviene nel bel mezzo del girone di ritorno. È l'Inter-Napoli del 21 marzo 1971 a San Siro tra la squadra di Invernizzi con Facchetti, Burgnich, Mazzola e Corso e il Napoli di Beppe Chiappella. Situazione in classifica prima del match: Milan 32, Inter 31, Napoli 29. La vittoria vale due punti. Per gli azzurri segna Altafini, l'Inter resta in 10 per il rosso a Burgnich. Il finimondo negli spogliatoi. Nella ripresa, pareggio di Boninsegna, Panzanato espulso, il 2-1 da calcio di rigore inventato. Uno sconsolato Ferlaino, al suo secondo anno alla presidenza, disse: «Il potere ha deciso così, non il campo». Mazzola ricorda: «È vero, entrai nello spogliatoio dell'arbitro Gonella e gliene dissi di tutti i colori: Noi se perdiamo non usciamo vivi, ma pure lei... Oggi sono pentito per quello che feci». 

Le unghiate di Zalayeta sulle sfide del 2008 e del 2009 sono memorabili. El Panteron andò a bersaglio per due Napoli-Inter consecutivi, autentici attentati agli scudetti interisti in arrivo, targati Mancini e Mourinho. L'Inter talvolta si ritrova anche nella parte di quelli che devono solo fare da spettatori: magia di Maradona su punizione alla giornata di campionato numero 24 nella stagione 87/88, Zenga resta incantato. Nel 1990 finisce 2-0 con Diego e Careca sempre e ancora protagonisti. I duelli con Matthaeus e la banda dei tedeschi degli anni 80 era esaltante. Uno dei gol napoletani all'Inter più belli resta però quello del Petisso Pesaola: era il 5 gennaio del 56 e il tiro di sinistro fu talmente spettacolare che finì nella sigla iniziale della Domenica Sportiva. Il 24 settembre del 1995 la vittoria al San Paolo per 2-1 con le reti del giovane sannita Imbriani e di Matuzalem spinsero Moratti a licenziare l'allenatore nerazzurro che era, guarda un po' i casi della vita, Ottavio Bianchi. La gara più ricca di gol è quella del 10 febbraio del 1980: finì 4-3 per l'Inter (autogol Pasinato, Improta e Guidetti i marcatori azzurri) che alla fine conquistò il suo scudetto numero 12. L'anno dopo, il 1° marzo del 1981, gli azzurri vinsero al San Paolo con un gol di Guidetti per 1-0 dopo un quarto d'ora e sognarono a occhi aperti (ma poi arrivò la beffa col Perugia). Un altro 1-0, amaro, quello della seconda di ritorno del campionato 2000/01: allenatore Mondonico. Gol vittoria di Matuzalem ma alla fine il Napoli retrocede. 

Il 16 gennaio del 2016 era una notte di Coppa Italia, l'Inter vince 2-0. Ma quello che succede dopo resta nella storia con Mancini che accusa Sarri: «Gli uomini come lui non possono stare nel modo del calcio. Sarri ha inveito contro di me, mi ha dato del finocchio. Ha 60 anni e si deve vergognare». Sarri chiese scusa, ma per sistemare le cose il Napoli decise di disputare una amichevole con la squadra di Alessandro Cecchi Paone, il San Vito Positano, a Castel Volturno. Sempre in Coppa Italia, edizione 96/97 nella semifinale di ritorno, 70mila spettatori videro il Napoli rimontare al gol di Zanetti con uno di Beto: ai rigori, l'apoteosi e il passaggio alla finale. Ma è proprio un'altra semifinale con l'Inter a spalancare le porte alla Coppa Italia del 2020: il Napoli con Fabian nella gara di andata aveva ipotecato il passaggio del turno ma è a Fuorigrotta che arriva il pass, con un gol di Mertens (il numero 122, quello che gli ha consentito di conquistare il primato assoluto di marcatore del Napoli) che acciuffa gli interisti avanti con un colpo di Eriksen. In finale, poi la vittoria ai rigori sulla Juventus. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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