Il Nonno del Napoli è pronto. Fa gli scongiuri ma ammette di aver preparato musica e bandiere per ripetere quella festa che due anni fa, dopo la vittoria del terzo scudetto, trasformò per giorni via Luca Giordano al Vomero in una discoteca azzurra, forse il punto di incontro più gettonato della città dopo Largo Maradona ai Quartieri Spagnoli. Le bandiere dal balcone non le ha mai tolte ma ora ha aggiunto qualcos'altro. I nomi e le immagini dei protagonisti di questa stagione.
E poi ha affisso un grande manifesto, anche questo azzurro, dove c'è scritto: «Credeteci, ce la potete fare! Non buttate via questa occasione!!! Non molla'». L'incitazione è di qualche settimana fa, quando il traguardo del quarto scudetto non era ancora così a portata di mano. Domenica scorsa invece Leonardo Polverino, 84 anni vissuti tutti da supertifoso del Napoli, ha organizzato un prologo dello spettacolo che conta di mettere in scena domani. «Alla fine della nostra partita con il Parma e di Inter-Lazio ho portato le casse fuori al balcone e ho fatto partire subito le note della canzone Pedro di Raffaella Carrà, e in strada tutti hanno immediatamente cominciato a ballare».
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Nonno Leonardo, lei si è guadagnato la notorietà dopo la vittoria del terzo scudetto ma in realtà si dedica a festeggiare il Napoli da molto prima. Sul balcone della sua casa c'è da oltre trent'anni una targa che celebra i primi due scudetti e la Coppa Uefa. E immancabili le foto di Maradona.
«Io ho sempre tifato Napoli. Quando avevo dieci anni imparavo a memoria le formazioni che erano scritte sulle copertine dei quaderni. Da ragazzo per vedere la squadra che si allenava al Collana, scendevo tutti giorni a piedi dai Camaldoli con i miei amici. Qui al Vomero abito dal 1970, quando delle partite si sentiva la radiocronaca di Nicolò Carosio. E non ho mai smesso di vivere il calcio con una grandissima passione».
Una passione che due anni fa gli provocò quasi un piccolo malore.
«Certo, le emozioni dovrei controllarle ma la gioia era troppo grande. Io del resto sono sempre pronto a festeggiare. Anche quest'anno più di una volta avevo preparato le casse e le canzoni per celebrare vittorie che poi non sono venute».
Da buon napoletano lei non disdegna la scaramanzia e ha i suoi riti che ripete ad ogni gol.
«Tengo sempre accanto una tromba e una sciarpa, appena il Napoli segna indosso la sciarpa e suono».
Ma ora l'unica musica che gli interessa è quella dei festeggiamenti.
«Mia nipote Alessandra sceglie i brani più moderni, quelli da discoteca. Io invece seleziono i classici della canzone napoletana, la mia preferita, e la musica sudamericana».
Insomma ce n'è per tutti i gusti.
«Sì, a me piace che tutti si divertano, se gli altri si divertono mi diverto anche io. E vedere persone di tutte le età ballare sotto il mio balcone mi riempie il cuore di gioia e sono davvero orgoglioso di essere diventato un punto di riferimento positivo per tutto il quartiere».
Soltanto una cosa la renderebbe più felice.
«C'è bisogno di dirlo? Il quarto scudetto».