Furbetti del cartellino del servizio psichiatrico, per la Asl c’è anche un danno di immagine

Tribunale
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di Maria Letizia Riganelli
Mercoledì 8 Novembre 2023, 05:20
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Furbetti del cartellino del servizio psichiatrico, per la Asl c’è anche un danno di immagine. E’ ufficialmente iniziato il processo per 10 dipendenti dell’azienda sanitaria locale, accusati di assenteismo, peculato e truffa il processo, con l’ammissione prove, è iniziato ieri mattina davanti al collegio del Tribunale di Viterbo. Inizialmente erano 27, per snellire le pratiche sono stati divisi in due tronconi.

I restanti 17, su cui pende solo l‘accusa di assenteismo, sono ancora in fase preliminare. Tutto parte a dicembre 2017 quando i carabinieri del Nucleo investigativo inviano agli uffici della Procura di Viterbo una notizia di reato. Secondo cui decine di dipendenti della azienda sanitaria locale truffavano lo stato. Decine di “furbetti del cartellino” che invece di entrare nei vari dipartimenti uscivano a fare commissioni. I furbetti del comparto sanità sarebbero stati incastrati dalle telecamere disposte all’ingresso del dipartimento. Nella maggior parte dei casi con pedinamenti e servizi di appostamento fotografici. Medici e assistenti sociali nel periodo delle indagini, secondo la pubblica accusava, risultavano ovunque fuorché al lavoro: a fare la spesa, a fare un bagno rigenerante alle terme, a incontrare amici o parenti.

Tutto mentre avrebbero dovuto ricevere malati o coordinare il servizio medico.

All’epoca l’attenzione degli investigatori venne attirata da un dipendete della Asl, in servizio al dipartimento di salute mentale che, quotidianamente, dopo aver timbrato il badge, si allontanava dalla sede di lavoro, espletando esclusivamente incombenze di carattere personale, come quella di recarsi, nella maggior parte della volte, alle terme. Gli accertamenti – in stretta collaborazione con la direzione strategia della Asl – sono stati poi estesi su numerosi altri dipendenti del dipartimento.

«Da tale attività - spiegò la Procura in fase di indagine - emerse, in maniera chiara, che alcuni medici anche con responsabilità di struttura complessa e semplici e altri operatori sanitari si allontanavano arbitrariamente dalla sede di servizio per attendere a impegni personali». La difesa degli indagati, fin dal primo momento, sostiene che nessuno si sia allontanato per truffare lo stato. Ma lo spostamento dalla sede di lavoro sarebbe stato causato da motivi di lavoro. Ieri mattina la Asl, parte civile nel processo, ha prodotto al collegio numerosi articoli di giornali a testimonianza del danno di immagine subito dall’azienda. I primi testimoni saranno ascoltati tra un anno, a novembre 2024.

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