Giovanni Grasso, L’amore non lo vede nessuno: se l’amore è peccato il perdono arriva dopo

Il racconto di una relazione inquieta a partire da un biglietto lasciato sulla tomba di una 40enne dal misterioso P.

Giovanni Grasso
Giovanni Grasso
di Generoso Picone
Venerdì 26 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 27 Aprile, 07:48
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«Ma amare è davvero un peccato così grave?». A voler accedere alla storia narrata da Giovanni Grasso in “L’amore non lo vede nessuno” (Rizzoli, pagine 231, euro 19) dalle fenditure provocate dall’interrogativo collocato in parti strategiche della trama, si potrebbe legittimamente affermare si tratti di un romanzo che racconta passioni inquiete e dolenti, desideri vissuti ad alta e tumultuosa intensità esplosi da un sentimento che nella potenza espressa riesce a superare le contingenze quotidiane dell’interesse e della convenienza per raggiungere – o quantomeno tendere a - uno stato addirittura di purezza ideale. Un romanzo d’amore e sull’amore, quindi, ascrivibile seppur con tonalità proprie nel canone ormai vigente del cosiddetto romance. 

Il che è vero. Ma in parte: perché a partire dall’aulico e sofferto biglietto lasciato da un misterioso P. sulla tomba dell’affascinante, prepotente, sensuale, cinica, sfrontata e ambiziosa Federica, dalle parole prese in prestito dall’«Ecclesiaste» quando recita «Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?» prende le mosse la ricostruzione di rapporto tanto assoluto da convincere «che fossimo stati creati l’uno per l’altro e che il nostro amore venisse da lontano e sarebbe andato oltre la dimensione dello spazio e del tempo».

La ricostruzione di un simile intreccio a cui si consegna Silvia, la sorella di Federica, porterà a comporre i pezzi del mosaico, andando a conoscere i modi, i tempi, i risvolti e il valore di un legame diventato addirittura ossessivo.

Così da sconvolgere le esistenze e far emergere ciò che altrimenti non sarebbe stato mai manifestato. L’amore interviene nelle dimensioni di un trauma che sconvolge l’ordinario e assume il significato di un elemento di conoscenza di sé e del mondo fino agli estremi della verità.

Il punto a cui Giovanni Grasso intende condurre “L’amore non lo vede nessuno” pare essere questo. Autore di pagine che hanno restituito ritratti di personaggi rievocazioni di momenti collocati nell’itinerario della grande Storia del ‘900 tra le due guerre mondiali, consigliere per la stampa e la comunicazione del presidente della Repubblica, direttore dell’ufficio stampa del Quirinale, qui si misura con temi che riguardano gli intrighi più complessi dell’animo umano. Con l’enigma della passione che già nella definizione del dizionario – lo ricorda il misterioso P. – «indica, allo stesso tempo, sofferenza e amore, martirio e attrazione, pena e desiderio». Lo scenario in cui sono scandite le sequenze di un romanzo che procede alla maniera di un thriller dei sentimenti è costituito dall’area tra la cittadina comasca di Civello e Milano. La quarantenne Federica è appena morta in un incidente stradale, aveva lasciato la troppo quieta provincia per trasferirsi nella metropoli. Il suo tenore di vita era sempre stato superiore alle possibilità rese dello stipendio di addetta alla comunicazione in una casa d’asta: lusso, frequentazioni, auto, feste, successo. Un riscatto dalla normalità triste della famiglia d’origine, del padre vedovo, della sorella Silvia chiusa nel grigiore di un matrimonio e nella cura dei due figli. 

I funerali di Federica aprono un mondo a lei celato e alimentano una vena da investigatrice che le fa incontrare il signor P.: lui fisserà con lei un appuntamento settimanale, sessanta minuti ogni martedì, per dirle del legame che aveva con Federica. A patto di non chiedere della sua identità.

Il romanzo procede in un progressivo svelamento che coinvolgerà Federica, l’amante P. e la stessa Silvia. A in primo colpo di scena, al centro del racconto, ne seguirà un altro sul finale. Tutti sono portati da Grasso a confrontarsi con la loro immagine autentica, spogliata dalle ipocrisie e dalle maschere della consuetudine: un’indagine sul senso da conferire all’esistenza che si piega alla rivoluzione dell’amore, paga i suoi prezzi nella pena e arriva a conquistare la bellezza del perdono. 

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