“Oxido” a Napoli, intervista a Marco Auggiero: «La danza è un linguaggio universale».

«Dopo questa prima nazionale, inizierà il tour italiano e poi dovremo definire le tappe estere»

Marco Auggiero
Marco Auggiero
di Alessandra Farro
Venerdì 17 Maggio 2024, 11:33
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La danza incontra il teatro con , con la regia e le coreografie di Marco Auggiero (compagnia Mart Company), in prima nazionale domenica 19 maggio alle 19 al teatro Bolivar. In scena Francesca De Vita, Sara Lomazzo, Lia Ranieri e Giuseppe De Rosa, assistenti alla regia Giordana Carrese (che firma anche i testi insieme al regista) ed Alessandro Smorra.

Auggiero esplora la dimensione psico-emotiva dei danzatori, sperimenta continue contaminazioni con nuove forme artistiche ed espressive, spaziando nell’universo umano in tutte le sue direzioni e percezioni, presentando uno spettacolo che gioca con l’uso del peso e della ciclicità, mantenendo un flusso di movimento continuo. 

 

Auggiero qual è l’origine dello spettacolo? 
«La frase che mi ha ispirato maggiormente è di Pierre Simone Laplace: “La natura ride delle difficoltà di integrazione”.

Sono partito da qui per dare vita a “Oxido”, che non è soltanto uno spettacolo di danza contemporanea, ma un’esigenza creativa e artistica, nata anche dalla volontà di parlare di argomenti a cui tengo particolarmente, tutto l’universo che ruota intorno all’integrazione: dalle discriminazioni sessuali e razziali, passando per la disabilità e la religione. A mio avviso La natura è armonia, avvolge e non separa. L’essere umano, invece, per una serie di motivazioni, sembra che si stia distaccando sempre più dal senso di comunità e aggregazione, concentrandosi quasi esclusivamente su sé stesso, diffidando su tutto e tutti, aumentando la paura della diversità e facendo trovare terreno fertile a svariate tipologie di discriminazioni. Si avverte sempre più intorno a noi un vuoto e una povertà di valori, che troppo spesso degenerano nella celebrazione della derisione o della violenza. Tutto questo io lo chiamo “ossidazione dell’anima”».

Quali i linguaggi esplorati con la danza?
«La danza è un linguaggio universale. Il gesto narrativo della danza ha la capacità di esprimere le sensazioni più vere, se usato nel modo appropriato arriva nella sfera intima di chiunque, sprigionando emozioni e riflessioni profonde. Il linguaggio delle mie creazioni esplora sempre la dimensione psico-emotiva dei danzatori, spaziando nell’universo umano in tutte le sue direzioni e percezioni, per tirare fuori dai miei interpreti la parte espressiva più forte e profonda in modo da coinvolgere ed emozionare lo spettatore. Sperimenta continue contaminazioni con nuove forme artistiche ed espressive senza mai dimenticare il virtuosismo tecnico della danza. Io credo che l’arte di qualità sia nutrimento della mente e dell’anima, arricchisce e permette a tutti di evolversi».

La relazione tra i danzatori in scena?
«Ho la fortuna di avere un cast di danzatori molto talentosi e motivati. Quasi tutti sono cresciuti nel vivaio della mia accademia ed in linea con le mie idee e i miei valori. Hanno grande voglia e passione e tra di noi si vive un senso di famiglia. La compagnia per me è come una grande famiglia».

Cosa rappresenta la loro danza?
«In questo spettacolo, attraverso la danza contemporanea e i suoi gesti simbolici, vengono fuori tutti gli aspetti più umani e profondi, oltre a tutte le sensazioni e le emozioni che attraversano l’animo umano, in una situazione dove libertà e dignità vengono negati».

Un viaggio non solo coreografico?
«Oltre all’aspetto estetico della danza, l’intento è quello di creare una riflessione profonda sugli argomenti trattati. Man mano che la narrazione evolve, cerco di portare lo sguardo dello spettatore sul proprio intimo e a riflettere sulla propria posizione reale sulle tematiche».  

Futuro dello spettacolo?
«Dopo questa prima nazionale, inizierà il tour italiano e poi dovremo definire le tappe estere».

Prossimi progetti?
«Oltre ai vari spettacoli e workshop già in programma, continua la promozione del mio libro “Flow”. Inoltre, a breve curerò la direzione artistica della tredicesima edizione di ADF (Arenile dance festival) che si terra dal 8 al 13 luglio a Napoli. L’evento danza partenopeo per eccellenza, che vede la partecipazione di Compagnie, Maestri e Coreografi di livello internazionale, in una cornice suggestiva come quella dell’Arenile di Bagnoli».

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