Cinema Campania: a tutto ciak tra divi, storie, fondi e location

Il comparto dell'audiovisivo è trainante per l'economia

Serena Rossi e Marisa Laurito in una scena di Mina Settembre girata a Napoli
Serena Rossi e Marisa Laurito in una scena di Mina Settembre girata a Napoli
di Diego Del Pozzo
Martedì 14 Maggio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 15 Maggio, 07:40
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Nel settore del cinema e degli audiovisivi, in Campania il cambio di paradigma è già realtà, con l’intero comparto in continua crescita grazie agli investimenti pubblici, al consolidamento della Film Commission, al boom del centro Rai di Fuorigrotta, all’attività delle società di produzione e a un sistema formativo che ruota intorno ad Accademia di Belle arti, Suor Orsola Benincasa, L’Orientale e Federico II. 

Non passa giorno senza che sul territorio regionale, soprattutto a Napoli, si aprano nuovi set, nazionali e internazionali, nei campi del cinema, delle serie tv, del documentario, dell’animazione, dei videoclip musicali e spot pubblicitari. In questi giorni, sono al lavoro in città Antonio Capuano, che sta girando il nuovo film «Hungry bird», e la produzione della terza stagione della serie Rai «Mina Settembre» con Serena Rossi dai romanzi di Maurizio de Giovanni. E mentre tra qualche giorno Paolo Sorrentino proporrà al festival di Cannes l’atteso «Parthenope», girato tra Napoli e Capri, nelle prossime settimane partiranno le riprese della quinta stagione di «Mare fuori», della seconda di «Pesci piccoli» dei The Jackal, del film tv di Alessandro Gassman da «Questi fantasmi» di Eduardo De Filippo e della nuova opera del maestro Marco Bellocchio.

Insomma, ormai quello audiovisivo è un comparto industriale sempre più importante per l’economia della Campania, anche in termini di produzione di immaginario e di promozione turistica del territorio. Anche grazie al primato di attori come Toni Servillo, Luisa Ranieri, Silvio Orlando, Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Vincenzo Salemme, Alessandro Siani, Massimiliano Gallo, Serena Rossi...

Insomma, tutto tira: i divi, i registi (quelli napoletani e quelli che vengono da fuori per girare a Napoli, e più in generale in Campania, le location di grande bellezza naturale, storica, artistica, architettonica), la moda che ha imposto l’hype partenopeo, la musica (e il dialetto) nuovamente imperanti, gli scrittori partenopei da cui trarre le sceneggiature...

Un significativo punto di svolta è arrivato con l’approvazione della legge regionale 30 del 17 ottobre 2016, «Cinema Campania», contenente le norme per il sostegno, la produzione, la valorizzazione e la fruizione della cultura cinematografica e audiovisiva. Grazie a questo nuovo strumento sono stati disciplinati, dopo anni di attesa da parte degli addetti ai lavori, gli interventi della Regione nel settore. La legge ha anche istituito un Fondo regionale che nei suoi primi sette anni ha destinato più di 70 milioni di euro al comparto, andando a finanziare lo sviluppo e la produzione di quasi 500 progetti, anche negli ambiti della promozione e dell’esercizio (si pensi agli oltre 100 festival e rassegne e la quarantina di sale cinematografiche sostenuti). E dietro l’angolo c’è il nuovo Distretto campano dell’audiovisivo – Polo del digitale e dell’animazione creativa, che dovrebbe essere inaugurato in autunno nell’area della ex base Nato di Bagnoli. Da pochi giorni, peraltro, è stato pubblicato il bando del Piano Cinema 2024, con una dotazione finanziaria complessiva di 4.500.000 euro destinati alla realizzazione di opere audiovisive (2.500.000 euro, divisi tra i 500.000 per sviluppo e pre-produzione e i 2.000.000 per la produzione), alla promozione e diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva (1.300.000) e al sostegno all’esercizio (700.000).

L’ente attuatore del Piano Cinema è da anni la Film Commission Regione Campania, presieduta da Titta Fiore e diretta da Maurizio Gemma. Fondazione «in house» della Regione, la Film Commission è impegnata dal 2004-2005 a promuovere, accogliere e agevolare la produzione cinematografica, televisiva e audiovisiva sul territorio. In questi quasi vent’anni di attività, ha attratto in Campania e sostenuto oltre 1500 progetti audiovisivi: dal grande cinema hollywoodiano a quello indipendente europeo, dalle serie tv ai documentari. Più nel dettaglio, tra il 2005 e il 2023, a essere supportati in vari modi dalla Film Commission campana sono stati circa 320 film e serie o fiction, 600 documentari e programmi tv e 600 cortometraggi, videoclip, spot e shooting fotografici.

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Nello stesso periodo, 2005-2023, le produzioni audiovisive hanno speso sul territorio campano la cifra monstre di 465.780.000 euro con un trend in costante crescita dai 19 milioni del 2005 agli oltre 54 del 2023. Tranne che nell’anomalo 2020 segnato dall’emergenza Covid, dal 2017 (primo anno della legge regionale) a oggi la spesa delle produzioni in Campania s’è stabilizzata oltre i 30 milioni di euro annui, col picco dei quasi 55 del 2023, anno nel quale in regione sono state girate oltre 40 produzioni cine-televisive, incluse opere di autori importanti come i premi Oscar Paolo Sorrentino e Gabriele Salvatores, Cristina Comencini, Sergio Rubini e alcune serie di successo come «L’amica geniale», «I bastardi di Pizzofalcone», «Mare fuori», «Vincenzo Malinconico» o attese novità seriali come «Sara» e «Piedone». Proprio dalla serialità a medio-alto budget, dal 2015 in poi, è scaturito un indubbio effetto-traino sull’intero comparto. E, in tal senso, bastino gli esempi di best-seller internazionali come «Gomorra» o «L’amica geniale», ma anche «Mare fuori», «Il commissario Ricciardi» e le altre dai libri di Maurizio de Giovanni. Non è un caso, dunque, che da quattro anni si svolgano proprio a Napoli i Nastri d’argento Grandi serie, organizzati dai giornalisti cinematografici assieme alla Film Commission e in programma il 1 giugno a palazzo Reale.

«Il numero e la qualità delle grandi serie realizzate in Campania», spiega la presidente della Film Commission, Titta Fiore, «indicano che la domanda di contenuti identitari s’è andata saldando con l’azione istituzionale, che mette l’audiovisivo e l’innovazione digitale al centro delle politiche regionali di sviluppo, promozione culturale e turistica, con sensibili ricadute sull’occupazione».

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