Hotel di lusso, le chiavi Michelin premiano le isole del golfo di Napoli

Tre chiavi al JK Place di Capri e al San Pietro di Positano

La magia del JK Place di Capri
La magia del JK Place di Capri
di Massimiliano D'Esposito
Giovedì 16 Maggio 2024, 09:00
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Dalla cucina all’accoglienza. Dopo i ristoranti, anche gli alberghi ricevono un riconoscimento dalla Guida Michelin in base agli standard di ospitalità offerti alla propria clientela. Al termine di un lavoro durato quattro anni, gli esperti della Michelin hanno selezionato cinquemila hotel e attività ricettive in tutto il mondo, di cui 146 in Italia. E, come spiegano dalla Guida per eccellenza, «nessuno di questi è un mero rifugio per la notte». Si tratta di luoghi che, in base alle valutazioni degli ispettori, contribuiscono in modo significativo all’esperienza del viaggio, ognuno dei quali è stato esaminato e giudicato al top nei cinque criteri usati per la selezione alberghiera: eccellenza nell'architettura e nel design degli interni; individualità, personalità ed autenticità; qualità e solidità del servizio, del comfort e della manutenzione; rilevanza della struttura nell’ambito della località in cui si trova; coerenza tra il prezzo e l’esperienza offerta. E così, se le «Stelle» certificano l’assoluta qualità della ristorazione, sono le «Chiavi» a premiare il meglio dell’ospitalità in Italia e nel mondo. «Cerchiamo autenticità, unicità ed eccellenza», ha evidenziato Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guida Michelin.

«La chiave è un'indicazione chiara e affidabile per i viaggiatori - puntualizza Poullennec - Così come le stelle contraddistinguono i ristoranti di alto livello, la chiave premia gli hotel più straordinari di tutto il mondo.

Questa distinzione riconosce anche il lavoro dei professionisti dell'hôtellerie più seri e appassionati». Come per i ristoranti, dunque, la Guida si propone di consigliare – in maniera autonoma ed indipendente – le strutture che sono vere e proprie mete di viaggio, che arricchiscono l'esperienza del soggiorno. 

L’indicazione

Il team della Michelin mette la sua esperienza al servizio dei viaggiatori alla ricerca di soggiorni personalizzati. In risposta all'iper-standardizzazione delle risorse ricettive (design, arredamento, courtesy kit, ecc.), la Rossa intende suscitare emozioni nei clienti, indirizzandoli verso indirizzi eccellenti in tutti gli ambiti: scelte architettoniche, savoir faire professionale e personalità. E così la chiave Michelin viene assegnata ogni anno a strutture eccezionali, guidate da team con competenze uniche. Gli esaminatori che hanno selezionato le strutture sulla base di visite condotte nell’assoluto anonimato, hanno poi attribuito una chiave per un soggiorno «speciale», due chiavi se l’esperienza è stata «eccezionale» e tre chiavi, il non plus ultra, in caso di ospitalità giudicata «unica». E non è detto che il numero di chiavi corrisponda ad un prezzo più alto.

«La selezione - spiegano dalla Guida - comprende opzioni per ogni stile e ogni budget». Nei giorni scorsi, a Milano, presso la Fondazione Luigi Rovati, è stata svelata la classifica italiana. Sono otto in tutto il Belpaese gli alberghi premiati con le tre chiavi. Di questi due sono in Campania: il JK Place di Capri ed il San Pietro di Positano. Le due chiavi vanno a 31 hotel di tutto lo Stivale dei quali 5 della nostra regione. Sono poi in totale 107 quelli che conquistano una chiave con una rappresentanza di 11 alberghi della Campania.

L’assenza

Un elenco nel quale figurano strutture ricettive delle principali località turistiche campane. C’è però da chiedersi come mai non ci sia neanche un albergo di Napoli. Un deficit che invita a riflettere. Perché la città che sta vivendo un boom senza precedenti per quanto riguarda i flussi turistici all’insegna della cultura, stando alle valutazioni della Guida Michelin non dispone di hotel che possano assicurare alla clientela un soggiorno all’insegna del lusso e del massimo comfort? Evidentemente gli alberghi partenopei non sono all’altezza degli elevati standard imposti dalla Rossa. È necessario un cambio di passo. Anche se, a dire il vero, qualcosa già si muove in questo senso.

Un esempio su tutti è rappresentato da Palazzo Sirignano, l'hotel che aprirà tra due anni. L’edificio acquistato dal gruppo Colella e gestito da Rocco Forte è interessato da un profondo intervento di restyling che lo trasformerà nell'unico albergo di categoria extralusso di Napoli. 

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