CASERTA - «Pare possibile affermare che in Maria Belmonte ed Elisabetta Grande erano presenti antidepressivi (nortriplilina) e antidepressivi inibitori della serotonina, antiaritmici, ipotensivizzati, antidolorifici oppiacei (metadone) e cardiattivi (cocaina)».
Lo scrive nero su bianco il professor Francesco Introna, consulente del pubblico ministero della procura di Santa Maria Capua Vetere, Silvio Marco Guarriello che ha consegnato le 147 pagine della relazione su ciò che è stato trovato sui corpi di Elisabetta e di sua figlia Maria, per otto anni sepolti in una camera d’aria della loro villa a Castelvolturno. I loro resti vennero trovati solo nel 2012 con un blitz della polizia del locale commissariato.