Diana: «La svolta del Caan? Efficienza più legalità»

Diana: «La svolta del Caan? Efficienza più legalità»
di ​Gerardo Ausiello
Venerdì 30 Gennaio 2015, 10:37 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 11:17
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«Quando sono arrivato, nel 2011, il Centro agroalimentare aveva accumulato un pesante passivo e non navigava in buone acque. Ma siamo riusciti a invertire la tendenza e l’anno scorso abbiamo chiuso per la prima volta il bilancio in attivo. Ora ci attendono nuove e avvincenti sfide, come la riapertura dello storico mercato del pesce». È una rivoluzione strategica quella di cui parla il presidente del Caan, Lorenzo Diana.

Il Centro agroalimentare, con i suoi 360mila metri quadrati e le 127 aziende che ospita, è un motore fondamentale per l’economia di Napoli e della Campania. Cosa si sta facendo per valorizzarlo?

«Nel 2013 solo il 60 per cento dei locali era stato dato in affitto. Oggi, dopo avere peraltro azzerato un deficit di 5 milioni di euro, siamo arrivati al 98 per cento. Per questo abbiamo deciso di accettare la scommessa lanciata dal Comune sulla riapertura del mercato ittico di piazza Duca degli Abruzzi, quello nei pressi della rampa di San Giovanni a Teduccio, chiuso dall’Asl per inagibilità».

Come rilanciarlo?

«Stiamo lavorando senza sosta. In passato gli operatori di quel mercato non avevano alcuna autorizzazione, erano di fatto abusivi. Noi stiamo rimettendo le cose a posto. Abbiamo già dato in affitto i primi locali, molti dei quali agli stessi operatori del mercato di Volla, che naturalmente resterà in funzione. Ma faremo di più».

Cioè?

«Ci siamo chiesti: perché utilizzare la struttura solo per tre ore di notte? Così il mercato sarà attivo di notte per la vendita del pesce mentre di giorno per la ristorazione, il cibo di strada e la vendita dei prodotti di eccellenza del nostro territorio».

Quando partirà il nuovo corso?

«Abbiamo un cronoprogramma serrato. Siamo convinti di poter completare i lavori e di poter rimettere in funzione il mercato tra maggio e giugno».

Ha in mente altre sorprese?

«Una in particolare, a cui tengo molto. Realizzare un parco del germoplasma che ospiti due esemplari per ogni varietà di frutta e ortaggi tipici della Campania. Saranno in tutto mille esemplari. Un ulteriore segnale di attenzione alla nostra terra e alla qualità dei prodotti. L’obiettivo è aggiungere alla funzione di grande mercato ortofrutticolo anche quella di laboratorio di idee e progetti che lo avvicinino sempre più alle esigenze dei consumatori che chiedono sicurezza, trasparenza e giusto prezzo».

Il Caan è una realtà che non tutti conoscono. Cosa fare, in concreto, per promuoverla?

«Organizzeremo eventi attraverso i quali diffondere e far conoscere le attività del Centro, inteso come una struttura che fa cose buone. E allora spazio ad aperture al pubblico, eventi didattici con le scuole sui nuovi stili di vita, iniziative con organizzazioni di consumatori, ristoratori, istituti agrari e alberghieri».

L’Expo di Milano può essere un’occasione unica per il made in Campania.

«Ne siamo consapevoli. Vogliamo mostrare al mondo che i nostri prodotti sono di qualità e sono sicuri. Per questo stiamo investendo sul progetto del Qr Code, che prevede un rapporto di collaborazione costante con strutture pubbliche come l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, le facoltà di Agraria e Veterinaria e il laboratorio merceologico della Camera di Commercio di Napoli. Proprio grazie a queste sinergie, frutta e ortaggi, ma non solo, sono monitorati costantemente e i consumatori, utilizzando il cellulare, possono conoscere in tempo reale gli esami compiuti su un determinato prodotto».

È un sistema sostenibile in termini economici?

«Con il gioco di squadra stiamo ottenendo risultati significativi. Chiediamo però alla Regione di finanziare, con una piccola parte dei fondi destinati al demarketing della Terra dei fuochi, l’acquisto dei macchinari che ci consentiranno di effettuare mille esami al giorno a campione sui prodotti e di un impianto per il confezionamento di frutta e verdura in buste sigillate con il Qr code attraverso il quale i consumatori potranno appunto verificare la salubrità dei prodotti».


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