Invitalia a Bagnoli, è legge. E in settimana arriva la nomina a commissario di Nastasi

Invitalia a Bagnoli, è legge. E in settimana arriva la nomina a commissario di Nastasi
di ​Paolo Russo
Mercoledì 5 Agosto 2015, 08:14 - Ultimo agg. 6 Agosto, 08:52
3 Minuti di Lettura
Via libera alla riforma della pubblica amministrazione, e cambia anche il decreto su Bagnoli. Con il decreto sugli enti locali approvato alla Camera si «riscrive» quell’articolo (il numero 33) della legge Salva-Italia nella parte che riguarda il rilancio dell’area ovest di Napoli. Come aveva anticipato il Mattino, viene confermata l’individuazione del «soggetto attuatore», che sarà l’«Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti spa», ovvero Invitalia, società in house dello Stato. Attraverso l’Agenzia si apre così ai privati per gli investimenti che serviranno per la bonifica e lo sviluppo dell’area ex Italsider. Occorrono almeno 200 milioni, «forse 300».



E l’approvazione di ieri conferma anche il ricorso alla figura del commissario, che «potrà essere scelto anche tra persone estranee alla pubblica amministrazione». Scelta questa, già fatta da Renzi: Salvo Nastasi, già commissario del San Carlo che tra oggi e domani lascerà ufficialmente il Mibac per essere promosso ai Palazzo Chigi, passaggio tecnicamente necessario per l’imminente nomina a commissario di Bagnoli. Che agirà in stretta collaborazione con la «cabina di regia» presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (De Vincenti), dentro la quale ci saranno i ministeri dell’Ambiente, Sviluppo e Infrastrutture, un membro della Regione e uno del Comune che potrebbero essere gli stessi De Luca e de Magistris. A tutela degli interessi del Comune, almeno questo sembra lo spirito dell’emendamento, ci sono più aperture: «Ai fini della puntuale definizione della proposta di programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana, il ”soggetto attuatore” acquisisce in fase consultiva le proposte del Comune di Napoli con le modalità nei termini prestabiliti dal Commissario straordinario». Basterà a convincere De Magistris che non ha mai accettato la figura del commissario? Le sue dichiarazioni di fuoco degli ultimi giorni dicono il contrario.



Ma a conferma che il contesto generale della norma è molto cambiato c’è un altro passaggio significativo introdotto dal governo: «Il Comune di Napoli - si legge nel nuovo testo - può chiedere nell’ambito della conferenza dei servizi la rivalutazione delle sue eventuali proposte non accolte. In caso di mancato accordo procede il Commissario». Una norma contro veti e controveti politici che paralizzano lo sviluppo di Bagnoli da 20 anni. L’obiettivo resta quello di «disegnare un sistema operativo che coinvolge gli enti locali, Regione e Comune, sulle decisioni», senza però rischiare di riproporre quella litigiosità che ha segnato la storia del fallimento di Bagnoli. Peso determinante per la svolta saranno le decisioni ora del governatore De Luca e soprattutto del sindaco De Magistris, che come ha lasciato chiaramente comprendere, potrebbe presentare ricorso al Tar, anche se la questione costituzionale (la mancata rappresentanza del Comune nel progettare la nuova Bagnoli) con il nuovo emendamento potrebbe anche non reggere.



Sul tavolo, concrete e non più sullo sfondo, si presentano ora questioni che non possono essere più rinviate: il fallimento della Bagnolifutura, l’inchiesta sui suoli sotto sequestro perché secondo la Procura napoletana non è mai stata fatta la bonifica malgrado le centinaia di milioni sborsati dallo Stato nel corso degli anni, le opere finite e non utilizzabili come il Parco dello Sport e la Spa. Bagnoli ma non solo, approvati i ventitrè articoli che provare a rendere lo Stato più leggero e veloce. Articoli che ieri sono diventati legge ma che adesso dovranno essere tradotti in almeno tredici decreti delegati (più un paio di regolamenti e una direttiva del presidente del Consiglio) perché tutte le novità siano pienamente operative. È la riforma Madia, che passa dopo un iter parlamentare iniziato circa un anno fa. E il presidente del Consiglio ha festeggiato a modo suo, inviando dal Giappone «un abbraccio ai gufi». Soddisfatta anche Confindustria, che parla di «tappa fondamentale del percorso di ammodernamento della macchina pubblica» sollecitando però l'esecutivo a rendere disponibili i provvedimenti attuativi entro l'anno in corso. Il provvedimento non piace invece a Cgil, Cisl e Uil: secondo i sindacati confederali, che tornano a sollecitare il governo sul tema dei rinnovi contrattuali, non si potrà cambiare la pubblica amministrazione con nuove norme. Proprio ai sindacati si è rivolta Marianna Madia, chiedendo un aiuto «per premiare il merito e prendere i migliori» nella pubblica amministrazione.