Morto nel crollo a Napoli, dolore ai funerali di Salvatore

Morto nel crollo a Napoli, dolore ai funerali di Salvatore
di AnnaMaria Asprone
Martedì 15 Luglio 2014, 13:11 - Ultimo agg. 16 Luglio, 12:21
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MARANO - Dolore e rabbia composta durante i funerali di Salvatore Giordano, il ragazzo 14enne morto il 9 luglio, dopo essere stato colpito da un frammento di cornicione, staccatosi dalla Galleria Umberto I di Napoli.

Tanta la commozione nello stadio di Marano dove si sono raccolte per l'ultimo saluto a Salvatore circa cinquemila persone. Il rito funebre è stato concelebrato da dieci sacerdoti, tra cui anche l'ex parroco di Forcella don Luigi Merola. Sul prato corone di fiori bianchi e palloncini. I genitori Margherita e Umberto hanno assistito al rito, straziati ma con gli occhi senza più lacrime, a pochi passi dalla bara bianca. La sorella stringeva tra le mani la foto di Salvatore.

Molte ragazze indossavano la maglietta bianca con la scritta "Sasy" mentre sugli spalti le donne recitavano il Rosario.

Alcuni ragazzi hanno innalzato palloncini argentati con la scritta "Sasy vive".

«Sei lassù, ma sei sempre con noi. Qualche volta vienici in sogno, abbracciaci e sorridici! Ci mancherai». È questo il testo di uno degli striscioni posti all'interno dello stadio comunale di Marano. E ancora: «E tu seduto lì al mio fianco mi dirai: destinazione paradiso. Riposa in pace, piccolo, grande eroe».

I compagni di classe si sono messi in fila prima della cerimonia per l'ultimo saluto. Qualcuno ha anche voluto ricordarlo con qualche parola. Davanti alla bara un grande cero. Accanto il fratello di Salvatore, Antonio, intorno tutta la famiglia radunata in preghiera.

Presenti, oltre al sindaco di Marano Angelo Liccardo, i rappresentanti istituzionali di Villaricca, Calvizzano e Qualiano. Presente anche Francesco Nicodemo della segreteria del presidente del Consiglio Matteo Renzi. In rappresentanza del Comune c'era l'assessore alle Politiche giovanili Alessandra Clemente.

«In questi momenti viene da dire che questa morte possa servire a qualcosa. Io vorrei dire un'altra cosa: che, per il modo in cui Salvatore è morto, quanto è accaduto possa servire a qualcuno, non a qualcosa». Queste le parole di don Costantino Rubini, parroco della Chiesa dello Spirito Santo Nuovo di Marano, nella sua omelia per Salvatore. Poi l'auspicio che «qualcuno, dentro la propria coscienza, per quello che è il suo impegno e il suo stato decida di vivere in modo diverso, di scegliere costantemente per il bene degli altri».

In conclusione della sua omelia don Costantino ha aggiunto: «Salvatore, in questi lunghi giorni, con affetto è stato chiamato in tanti modi: un eroe, un angelo. A questo vorrei suggerire un altro modo: Salvatore è vissuto da ragazzo ma è morto da uomo».

Alla fine della messa un lunghissimo applauso, lacrime infinite e tantissimi palloncini bianchi lanciati nel cielo hanno dato l'ultimo, accorato saluto allo sfortunato Salvatore.

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