«Mi è giunta notizia - dice Scotti - che nel corso della notte un uomo con problemi psichiatrici ha assalito a pugni e calci il personale in servizio. Questo è l'ennesimo episodio di una violenza che quotidianamente si riversa sui colleghi che cercano di prestare assistenza nel difficile contesto cittadino». L'Ordine dei medici di Napoli «si sente in dovere - dice Scotti - di denunciare lo stato di assoluto abbandono nel quale i colleghi sono ormai costretti a lavorare. Medici e infermieri sono come soldati di trincea; per ogni giornata di lavoro sono costretti a mettere a rischio la propria incolumità». Per questo motivo il consiglio direttivo dell'Ordine dei medici di Napoli «sta lavorando su iniziative di forte impatto comunicativo, che non pregiudichino però in alcun modo l'operatività del personale, che possano incentivare una maggiore sensibilità collettiva ad un problema ormai dilagante».
«Le notizie che ci continuano ad arrivare e che leggiamo sui giornali, anche rispetto a possibili infiltrazioni camorristiche nei nosocomi cittadini, non sono più ammissibili.
Mi chiedo - conclude Silvestro Scotti - se non sia il caso di iniziare a ragionare sulla possibilità di aggravare le pene per chi si rende colpevole di simili gesti. Aggredire un medico significa attaccare la Costituzione», conclude.