Iraq, l'Isis avanza: centinaia di soldati uccisi

Iraq, l'Isis avanza: centinaia di soldati uccisi
di Anna Guaita
Mercoledì 13 Agosto 2014, 09:19 - Ultimo agg. 16:09
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NEW YORK Le truppe jihadiste di Isis continuano ad avanzare. Ieri hanno conquistato la cittadina di Jalawal, dopo due giorni di combattimenti contro le truppe curde. La cittadina è ai confini meridionali del Kurdistan e dista appena 130 chilometri da Baghdad. La sconfitta dei guerrieri curdi, i peshmerga, dieci dei quali sono morti nella battaglia, conferma quanto sia difficile arginare l'avanzata dei fanatici islamici.

Dal Pentagono infatti giunge anche la scoraggiante conferma che i falangisti hanno cambiato tattica, e per questo sono meno esposti ai raid dei bombardieri e dei droni Usa: invece che procedere in modo compatto, come un esercito invasore, hanno riadottato i metodi della guerriglia, sparpagliandosi fra la popolazione e nascondendosi nell'abitato civile, e rendendo le missioni Usa estremamente difficili.

Laddove le bombe centrano le artiglierie di Isis, tuttavia, la situazione diventa più facile: ci sono stati momenti in cui i peshmerga sono potuti uscire allo scoperto e mantenere un corridoio sicuro per i fuggiaschi intrappolati.

I PROFUGHI

Ma sono casi sparsi. Le voci negative si accavallano di ora in ora: se centinaia di Yazidi sono stati portati in salvo dalle vette delle montagne di Senjar, varie decine di bambini hanno comunque perso la vita proprio negli ultimi giorni per la fame e la sete in attesa degli elicotteri o delle truppe curde o di Bagdad. Secondo le Nazioni Unite ci sono circa 30.000 persone ancora bloccate sulle montagne di Senjar senza cibo, acqua e riparo. In Kurdistan oramai ci sono oltre 700 mila fuggiaschi iracheni, molti dei quali cristiani.

La sorte di queste masse disperate è stata al centro sia delle parole del Pontefice, che ha protestato come questa persecuzione «offenda seriamente Dio e l'umanità», sia della Lega Araba, il cui presidente Nabil al-Arabi ha affermato che la persecuzione che «i terroristi in Iraq hanno compiuto contro la minoranza Yazida e i cristiani costituisce un crimine contro l'umanità».

LE SCHIAVE

E si parla di altri crimini di guerra sia contro i poveri Yazidi, sia contro i soldati iracheni: proprio vicino ai monti dove tanti sono intrappolati, i falangisti di Isis avrebbero sepolto vive 500 persone di etnia yazida, mentre avrebbero catturato centinaia di donne per usarle come schiave. Un giovane militare iracheno ha anche confermato che le «vanterie» di Isis circa un massacro alla base aerea a nord di Tikrit sarebbero vere: lo scorso mese centinaia di cadetti e militari iracheni che erano di stanza alla base sono stati uccisi, ha testimoniato alla tv al-Hurra il giovane soldato sopravvissuto. L'unico possibile spiraglio positivo viene dal campo politico: gli Stati Uniti si sono detti soddisfatti della scelta di Haider al-Abadi come nuovo primo ministro al posto del controverso Nouri al-Maliki.

E un segno di approvazione è stato dato anche dai due Paesi che hanno più peso nella regione, l'Iran sciita e l'Arabia Saudita sunnita. Obama ha parlato al telefono con al-Abadi, che si è detto assolutamente certo della necessità di formare un «governo di unità nazionale». Ma al-Maliki sembra voler resistere a oltranza e ha sostenuto che la scelta di al-Abadi costituisce una «violazione della Costituzione» di cui «gli Usa si sono resi complici».

GLI AIUTI

Gli Usa dal canto loro non trovano partecipazione internazionale nelle loro azioni militari, ma trovano sostegno sulla necessità di dare ai curdi sufficienti armi per difendersi da sè. Se la Germania si oppone, Francia e Italia premono insieme perché l'Ue porti aiuto su questo fronte. La Gran Bretagna ha intanto portato a compimento un'altra consegna di generi di soccorso sulle montagne e ha mandato nella zona sia i suoi aerei Tornado, ma a solo scopo di ricognizione, sia gli elicotteri Chinook che dovrebbero aiutare a evacuare i rifugiati o eventualmente a trasportare le armi da destinare ai curdi.

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