Nepal, allarme Onu: aiuti bloccati in dogana. Tre estratti vivi dopo 8 giorni. I morti salgono a 7.240

Nepal, allarme Onu: aiuti bloccati in dogana. Tre estratti vivi dopo 8 giorni. I morti salgono a 7.240
Domenica 3 Maggio 2015, 12:26 - Ultimo agg. 4 Maggio, 10:15
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Il ministero dell'Interno nepalese ha reso noto oggi che i morti del terremoto del 25 aprile sono ora saliti a 7.240, mentre i feriti hanno raggiunto quota 14.122.

Intanto l'Onu ha chiesto al governo del Nepal di sospendere i controlli di dogana che stanno bloccando le consegne degli aiuti umanitari ai superstiti del devastante terremoto della scorsa settimana. Il capo delle operazioni umanitarie, Valerie Amos, ha detto che il Nepal ha il dovere di garantire un accesso più veloce agli aiuti. Sono infatti moltissimi gli abitanti del Nepal che ancora non hanno ricevuto aiuti che si stanno ammassando nell'aeroporto di Kathmandu.

Ma c'è anche una bella notizia: tre persone sono state estratte vive oggi tra le macerie di un edificio nel distretto di Sindhupalchowk, 8 giorni dopo il disastro.

Lo riferisce il centro nazionale per le operazione di emergenza.

Il rappresentante dell'Onu nel Paese, Jamie McGoldrick, ha detto che il governo nepalese «non dovrebbe applicare i controlli di dogana» normalmente applicati.

Le autorità dell' aeroporto internazionale Tribhuvan (Tia) di Kathmandu hanno imposto una restrizione all'atterraggio di aerei da trasporto pesanti con carichi di aiuti umanitari, a causa di allarmanti crepe apparse sull'unica pista dello scalo, costruita 50 anni fa. Lo scrive oggi il quotidiano Kantipur. La restrizione, si legge in un comunicato del Tia, riguarda solo gli aerei cargo mentre i collegamenti passeggeri internazionali previsti potranno essere realizzati con qualunque tipo di aereo.

In base alla restrizione, in pratica non sarà autorizzato l'atterraggio di velivoli di peso superiore alle 196 tonnellate. Nei confronti della misura, aggiunge il giornale, hanno già fatto ricorso alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e il Canada, che ne hanno chiesto «l'immediata revoca».

Ma responsabili aeroportuali nepalesi hanno detto che dal 25 aprile, giorno del terremoto, sono apparse sull'asfalto tre grosse crepe a causa della grande quantità di velivoli pesanti atterrati. «Se non ponevamo in atto questa limitazione - ha assicurato un responsabile - c'era il rischio concreto di dover chiudere tutto il traffico nell'aeroporto».

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