Terremoto Italia, terra mai ferma: ogni giorno 50 scosse

Il 22 maggio 1960 c'è stato il più potente terremoto registrato di magnitudo 9.5 con epicentro a Valdivia in Cile

Il terremoto in Marocco
Il terremoto in Marocco
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 11 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 12 Settembre, 07:29
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I terremoti sono tra gli eventi naturali più potenti e temuti dall'uomo, per via della loro imprevedibilità e per gli effetti catastrofici che possono causare. Avvengono fin da quando esiste il pianeta Terra e hanno origine da complesse dinamiche della crosta terrestre che galleggia sul mantello più fluido, che coinvolgono le placche tettoniche. Nel mondo ci sono 7 placche principali e circa 8 placche minori, e dal loro spostamento si sono formati continenti, catene montuose, vulcani. Questi spostamenti provocano i terremoti e avvengono continuamente, sebbene la maggior parte di essi non è percepita dalla popolazione. 

Anche il terremoto in Marocco è stato generato dallo sfregamento tra placche, o meglio si è verificato a causa di una fagliazione obliqua-inversa a bassa profondità all'interno della catena montuosa dell'Alto Atlante marocchino, che si è formata con l'avvicinamento della placca Africana a quella Euroasiatica, che si muove di circa 24 millimetri all'anno in direzione ovest-sudovest.

Secondo l'Usgs, ossia l'Istituto Geologico degli Stati Uniti che è tra i più importanti del mondo, l'evento sismico di venerdì è stato provocato dalla rottura su una faglia obliqua-inversa fortemente inclinata, orientata a nord-ovest o su una faglia obliqua-inversa poco inclinata orientata a est, all'interno della placca africana, circa 550 chilometri a sud del confine tra le placche Africana ed Eurasiatica. Sebbene siano rappresentati come punti sulle mappe, terremoti di questa dimensione sono meglio descritti come scivolamenti su un'area di faglia più ampia. Quello di venerdì hanno coinvolto una zona di circa 30 chilometri di lunghezza e 20 di larghezza.

Dal primo gennaio a oggi, in Italia ci sono stati 1.356 terremoti con magnitudo superiore a 2, che scendono a 164 con magnitudo superiore a 3, a 13 con magnitudo superiore a 4, e appena 2 superiori a 5, ovvero quello di 5.2 del primo maggio con epicentro in mare a 46 chilometri a ovest di Cosenza, e quello di 5.1 del 16 febbraio sulla costa croata settentrionale che è catalogato dall'Ingv anche come italiano per la dinamica sismogenica. 

Se consideriamo i terremoti sotto la magnitudo 2, invece, il numero totale è davvero enorme: 10.950. La maggioranza di questi però non è nemmeno percepito dalla popolazione. Il terremoto più recente di magnitudo superiore a 2 è avvenuto sabato alle 23.47 con epicentro a Parenti, in provincia di Cosenza, di magnitudo 2.1, dove era in atto uno sciame sismico con punte di magnitudo 2.9. La media italiana è di circa una cinquantina di terremoti al giorno, media mantenuta negli ultimi anni, come si può facilmente constatare dagli aggiornamenti del sito INGVterremoti. Quasi tutte le regioni ne ha almeno uno, anche la Valle d'Aosta per via della tettonica alpina. Tra le aree più dinamiche troviamo Lazio, Umbria, Marche (sia a terra sia in mare), Sicilia (in particolare Etna e monti Iblei), in varie zone della Calabria, e Campania con i Campi Flegrei in continuo movimento per il bradisismo ed epicentri molto superficiali al punto da essere percepiti dalla popolazione anche se di magnitudo bassa. L'ultimo evento sismico più energetico qui è avvenuto giovedì scorso alle 19.45, con epicentro nella Solfatara e magnitudo 3.8. Il terremoto italiano più forte registrato è quello del 1905 in Calabria di magnitudo 8. Il più forte e devastante in Campania è quello del 23 novembre 1980 di magnitudo 7.

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Il 22 maggio 1960 c'è stato il più potente terremoto registrato di magnitudo 9.5 con epicentro a Valdivia in Cile. Venne avvertito in diverse parti del mondo e provocò un maremoto con onde fino a 25 metri di altezza che arrivarono sulle coste asiatiche, e causò perfino la ripresa dell'attività vulcanica del Puyehue. Solo per scarsa densità abitativa ci fu un numero relativamente basso di vittime, circa 3mila. Il 27 marzo 1964 l'Alaska fu sconvolta da un sisma di magnitudo 9.2 e si generò uno tsunami con onde di 30 metri. Le vittime furono solo 143. Uno degli eventi più catastrofici dell'epoca contemporanea è avvenuto il 26 dicembre 2004 con il maremoto nell'Oceano Indiano al largo di Sumatra, classificato con magnitudo tra 9,1 e 9,3. Le onde hanno devastato le coste di numerosi Paesi in Asia e in Africa: si stima che 230mila persone siano morte. Il terremoto del Tohoku invece si è verificato l'11 marzo 2011 al largo della costa giapponese. La sua magnitudo è stata di 9 e ha causato uno tsunami violentissimo, provocando anche l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima. Il bilancio finale è stato di 16mila morti. Tra i più mortali invece va menzionato il sisma avvenuto nello Shaanxi in Cina, il 23 gennaio 1556 (magnitudo stimata 8). Si calcola che siano decedute oltre 800mila persone; quello del dicembre 1920 nello Haiyuan, sempre in Cina, ne ha provocate circa 275mila. 

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