Il ministro Giannini: «Premio ai presidi che miglioreranno le scuole»

Il ministro Giannini
Il ministro Giannini
di Elena Romanazzi
Sabato 5 Settembre 2015, 08:28 - Ultimo agg. 6 Settembre, 17:26
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Il trasferimento di città con un bimbo di pochi mesi il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini l’ha vissuto sulla sua pelle. «Avevo trent’anni, vinsi una cattedra a 350 chilometri di distanza da casa, mio figlio aveva pochi mesi...».

E cosa ha fatto? Si è trasferita con suo figlio?

«Non era possibile, ho fatto la pendolare settimanale, è stato un grande sacrificio, quindi ho il massimo rispetto per le storie individuali visto che l’ho vissuto sulla mia pelle. Ma...»

Ma?

«Ritengo questa drammatizzazione antistorica.

Sono situazioni difficili, ma non è questo il punto che si deve prendere come riferimento per valutare la bontà di un provvedimento che riguarda 100mila persone del settore pubblico dello Stato. Un provvedimento, non mi stancherò mai di ripeterlo, che mira a dare una definitiva stabilità alle scuole. Devo dire che se si guarda la foresta e non le singole piante, noi siamo riusciti a contenere il dato della mobilità calcolabile tra il 10 e il 15%. Ed è sempre esistita. Questo è il punto».

È ipotizzabile un bonus trasferimento? Alcuni governatori hanno invocato un aiuto economico a chi si trasferisce da Sud a Nord.

«Non è all’ordine del giorno. Ed è un aspetto delicato perché dovrebbe essere allora esteso a tutto il settore pubblico. Si dovrebbe dare una mano anche ai giovani ricercatori che si spostano da una regione all’altra. Occorre stare attenti. Non può passare il concetto che il trasferimento sia punitivo. Non è così».

I sindacati prima, i docenti poi, invocano trasparenza. Nutrono dubbi sulle scelte attuate dal Miur, soprattutto dal software che ha incrociato i dati. L’algoritmo per molti della disperazione.

«Diamo a questo termine il giusto valore. Si tratta di una procedure informatica che incrocia i dati, come in ogni procedura che viene attuata nel mondo d’oggi. Dal pagamento delle bollette ad altre operazioni bancarie. Il sistema traduce quello che indica la legge. Nei prossimi giorni settimana verrà pubblicata sul sito del Miur una scheda dedicata a questo sistema per spiegare come ha funzionato e come funzionerà e tutto in nome della trasparenza».

Con il piano straordinario si ipotizzava la fine delle supplenze e invece è stato necessario ricorrere a questa tipologia di contratti. Perché?

«Questo è un provvedimento che costituisce un primo passo per dare soluzione a problemi che hanno decenni di stratificazione. Le supplenze di tipo breve e di media durata inizieranno a diminuire quest’anno perchè l’organico di potenziamento consentirà anche di non ricorrere a personale esterno alla scuola. La supplenza di tipo annuale verrà definitivamente superata nel 2016. Questo è un anno di transizione di questa legge che ci ha visto privilegiare il mantenimento delle supplenze. La messa a regime del piano assunzionale sarà il primo settembre del 2016 e lì si vedranno i frutti della Buona scuola. Significherà che sarà un organico di diritto. Con una programmazione di alcuni anni. Avremo una stabilità dei posti. Una rispondenza al fabbisogno delle scuole. Sarà l’inizio di un processo di superamento di questa tradizione tutta italiana delle supplenze permanenti».

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