Con l'accusa di irregolarità in una gara e nella gestione di un centro di accoglienza sono scattate la sospensione dal servizio di un funzionario del Comune di Vitulano e il divieto di dimora sempre nel centro sannita per due dirigenti della struttura. La sospensione dal servizio è stata adottata per Pietro Cusano, responsabile del procedimento, mentre il divieto di dimora è scattato per Gino Coppolaro e Umberto Morisco rispettivamente coordinatore e locatore di una società cooperativa che gestiva il centro di accoglienza Sprar del Cumune di Vitulano.
Nei loro confronti si ipotizzano i reati di turbativa di gara e peculato.
Secondo l'accusa c'è stata una turbativa della gara d'appalto indetta nell'aprile 2017 in favore dell'associazione temporanea di impresa risultata aggiudicataria, resa possibile grazie alla presunta collusione tra il funzionario dell'ufficio del Comune quale responsabile unico della gara, uno o più membri della commissione allo stato ignoti e gli amministratori delle imprese costituite in Ati. Gli inquirenti hanno acquisito indizi in merito all'avvenuta manomissione della busta contenente l'offerta economica dell'Ati, volta a sostituire l'offerta originariamente presentata con una più bassa, in modo che l'Ati potesse ottenere i punti necessari per superare un'altra cooperativa partecipante alla gara d'appalto.
Le indagini hanno portato altri indizi su come il responsabile del Comune approvava il pagamento di buste paga in favore di dipendenti di una società estranea alla gestione del centro e liquidava le fatture di tale società, riconducibile ad uno degli indagati, anche se non aveva mai reso servizi che si sarebbero dovuti fornire ai migranti beneficiari di fondi pubblici erogati dal Ministero dell'Interno. La liquidazione delle spese asseritamente sostenute per la gestione del centro Sprar Vitulano si basava, per l'accusa, su documenti giustificativi del tutto inconsistenti, sulla base dei quali venivano richiesti al Comune di Vitulano i rimborsi per spese mai sostenute o del tutto estranee all'attività svolta dal centro, utilizzando il corrispettivo massimo dell'appalto fissato in 790.000 euro per il triennio 2017-2019. In una circostanza, si è ritenuto che, al fine di aggirare il ritardo derivante dai controlli da parte del revisore dei conti, il funzionario garantiva ugualmente l'immediata liquidazione di una fattura di 193.809,19 euro emessa a titolo di rimborso dalla società gestore del centro, ricorrendo alla stipula di un contratto di cessione del credito stipulato dal Comune di Vitulano in favore di un istituto di credito. In tal modo veniva favorita la creazione di un credito in favore di una banca per somme che, almeno in parte, non dovevano essere rimborsate al gestore del centro. I destinatari dei provvedimenti hanno già nominato come difensore l'avvocato Giusida Sanseverino.