Agon, ecco il nuovo Ep: L'intervallo del diavolo

Da oggi su tutte le piattaforme digitali per Virgin Music/Cosmophonix: cinque brani di cui due già precedentemente pubblicati come singoli

L'artista irpino Agon
L'artista irpino Agon
di Massimo Roca
Venerdì 1 Dicembre 2023, 00:00
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Una citazione tecnica che diventa una metafora, forte, della vita. Parte da questo L’intervallo del diavolo, primo Ep di Agon, al secolo Vito Petrozzino, da oggi su tutte le piattaforme digitali per Virgin Music/Cosmophonix: cinque brani di cui due già precedentemente pubblicati come singoli. Ad aprire il lavoro, il brano eponimo. In musica l’intervallo del diavolo specifico intervallo che distanzia una nota dall’altra di tre toni interi (o di 6 semitoni). Quando viene ripetuto ciclicamente crea un effetto dissonante che indusse molti teologi del Medio Evo a ritenere tali dissonanze lontane dall’armonia di Dio perciò opera del diavolo.

«Mi sono immaginato immerso in queste note, che un tempo erano bandite, sia da un punto di vista musicale, perché mi piace pensare alla mia musica come un estremo che può anche arrivare ad infastidire l’ascoltatore, sia personale perché racconto senza troppi filtri molte esperienze negative della mia vita, scavando nella mia parte più infernale» racconta l’autore dei 5 brani curati da Max Kleinz e Kyv (Vincenzo Centrella, altro irpino) che fondono elementi della musica urban con richiami alla techno ed al mondo dell’elettronica. (“Il prezzo della vita è la morte”) ripete ossessivamente e l’intervallo del diavolo diventa la vita stessa. (“Vito non è mai cambiato”) è l’altro refrain: «Oggi mi sento vicino a come ero dieci anni fa.

Mi rendo conto che in realtà non sono mai cambiato».

In Euphoria, la seconda traccia, compare l’alter ego artistico di Vito: Agon. La musica fornisce quella sensazione di benessere, anche se fittizia, data dal sentirsi sospesi e dissociati da tutto il resto del mondo e dalla sua frenesia. «In realtà non amo scindere la Vito da Agon. Euphoria è un racconto. Parla di un’esperienza particolare. Il suono si fa più aggressivo e le parole paradossalmente più delicate come in una sorta di compensazione». Seguono due brani, Disko Berlino e Nympho, già usciti come singoli che sono il resoconto di quello che può accadere nell’intervallo del diavolo, un racconto di viaggi notturni attraverso le sonorità e i colori dei club e dell’amore vissuto nella sua declinazione più fisica ed estrema. La chiusura è affidata a Equilibrio: il desiderio di trovare un equilibrio nell’intervallo del diavolo. «È una parola speciale che ho tatuato sulla mia mano. È il pezzo a cui sono più legato. “Cerco un equilibrio come se fossi appeso a un filo” canto nel brano. C’è poi questa chiusura musicale che è una sorta di speranza». La destinazione del lavoro è la dimensione live.

«Ad eccezione di Equilibrio li ho già proposti dal vivo. Ad Avellino ho avuto la fortuna di aprire insieme ai miei amici Frada e Joseph il concerto di Rosa Chemical. Credo sia la dimensione dove possano avere il migliore impatto rispetto ad un ascolto domestico dove, magari, si può apprezzare meglio il testo, ma che non restituisce a pieno l’energia di cui sono capaci». A Milano esiste una vera e propria crew irpina. Agon, che divide il quotidiano con Aka7even (Luca Marzano), è in contatto costante con Frada (Francesco D’Agostino) e con il già citato Kyv che a sua volta vive con un altro irpino: Joseph (Giuseppe Marra). Con Joseph e Frada ha scritto Piazza libertà presentata proprio questa estate nella stessa piazza. Agon (è l’anagramma di Gohan, uno dei personaggi del manga Dragon Ball) è già proiettato al 2024: «Ho in testa tante cose. Vorrei fare un album ricco di collaborazioni». È anche autore. Con Kyv ha firmato Mostro, il brano presentato all’ultimo Sanremo da Gianmaria. Potrebbe esserci il bis: «C’è qualcosa in ballo. Restiamo scaramantici».

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