Selenio, una canzone per la maestra

Il cantautore avellinese scrive un brano per la sua prima insegnante Tina D'Ercole

Il cantautore avellinese Selenio
Il cantautore avellinese Selenio
di Massimo Roca
Martedì 21 Novembre 2023, 19:09
4 Minuti di Lettura

Si può ancora piangere ascoltando una canzone nuova. In un grigio lunedì mattina arriva la sorpresa che non ti aspetti. Da tanto, troppo tempo, non ci capitava di ascoltare un pezzo della struggente bellezza e semplicità, come quello che ha saputo regalarsi e regalarci Ciro Zerella. Il cantautore avellinese ritorna con il suo secondo singolo, firmato sotto lo pseudonimo di Selenio. E lo fa insieme al pianista e cantautore napoletano Francesco Lettieri. “Cara maestra ho di nuovo perso” (TSCK Records) è la perla rara, di questi tempi, uscita venerdì scorso su tutti i digital store. L’abbiamo scoperta un po’ alla volta come quando si aspetta SanRemo ed in anteprima si legge solo il testo. Ecco proprio il testo. La magia parte tutta da lì. Una dedica, un ringraziamento ad una persona per quello che ha rappresentato e che è al contempo un elogio alla diversità, al pensiero divergente, alle piccole cose che non fanno rumore ma che scaldano il cuore.

Selenio canta l’orgoglio di essere sé stessi, di perdere “l’occasione di star zitto”, “di guardare la fine già dall’inizio”, di perdere “gli sconti del trenta per cento” e “l’eclissi più bella del mondo perché ero chiuso in un locale al centro”. (“Cara maestra se ho di nuovo perso /La colpa è pure un po’ la tua/ che mi hai insegnato un sacco di cose ma / non mi hai insegnato ad andare via”). È il ritornare alle origini, riavvolgere il nastro e guardare il presente con l’orgoglio di essere quel che si è oggi e forse il merito non è poi tutta di quella maestra, ma il desiderio di ringraziarla, di chiamarla in causa, è anche il modo per sottolineare il bisogno di una guida, del buon esempio, forse di quel papà che caccia via la notte per citare Baglioni nell’altrettante struggente Uomini persi. Il brano nasce 5 anni fa. La maestra ha un volto ed un nome e ce lo racconta lo stesso Selenio: «Non è un professore di liceo, non è una maestra delle elementari, è proprio la mia prima maestra, cioè la mia maestra di asilo, scuola della prima infanzia, insomma chiamiamola come vogliamo, Tina D'Ercole, che purtroppo è venuta a mancare qualche anno fa. Ho avuto la fortuna di fargliela ascoltare».

Ciro si commuove nel ricordarla: «Avevo con lei un rapporto speciale, ma in realtà tutti i bambini l'avevano con lei.

Era un'anima gentile, una persona molto attenta, che faceva questo mestiere per pura passione». Poi è arrivato Francesco Lettieri, omonimo del noto regista, anche lui cantautore che si è fatto già apprezzare vincendo Musicultura nel 2019. «Ci siamo conosciuti ad una rassegna cantautorale. E’ stato pio mio ospite nella mia rassegna Appizz ’e ’rrecchie. È nata una bella amicizia. Gli ho chiesto di arrangiare il brano, ma ha finito per portare il suo tocco anche in alcuni punti del testo e della melodia». Le parole trovano il loro vestito sulle note del piano. Selenio e Lettieri si alternano, un po’alla De Gregori il primo, un po’ alla Baglioni il secondo: ognuno con il suo stile per poi fondersi nel finale. Chissà se lo sanno ma glielo diciamo noi: hanno fatto un capolavoro che ci riappacifica con la musica, che riesce a toccare con semplicità. (“Cara maestra se ho di nuovo perso / la colpa è pure un po' la tua / che mi hai insegnato a contare e a sognare / ma non mi hai insegnato ad andare via / adesso quando qualcosa finisce / resto a guardarlo un attimo in più / adesso quando qualcosa finisce / mi vieni in mente tu / che avevi un sacco di cose da dire / chissà se le hai dette più): la chiusura ti avvolge e non ti lascia scampo. Il piano scandisce le parole e le lacrime scendono copiose.

© RIPRODUZIONE RISERVATA