Avellino, riciclaggio internazionale frode fiscale da 45 milioni: i proventi finiscono in Cina

Cinque persone nell'inchiesta di Solofra: due finiscono in cella e tre ai domiciliari

la guardia di finanza
la guardia di finanza
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 29 Marzo 2024, 10:04
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Prestanome compiacenti e diverse società cartiere per realizzare «un complesso ed articolato» sistema di frode fiscale, evadendo oltre 45 milioni di euro. Parte dei proventi illeciti, realizzati mediante l'emissione di fatture false - circa 1,7 milioni euro erano già stati dirottati verso paesi extracomunitari ed in particolare verso la Cina. Molti bonifici sarebbero stati effettuati nel 2022 a favore di società cinesi per riciclare ingenti somme di denaro. Al contempo grazie a questo meccanismo fraudolento evadevano anche il fisco e realizzare profitti illeciti. La base dell'operazione fraudolenta si trovava a Solofra.

A individuare il meccanismo vizioso gli agenti della Guardia di finanza del comando di Avellino e della tenenza di Solofra che hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari personali, due persone sono finite in carcere, tre ai domiciliari. Ad avviso degli inquirenti l'ideatore del sistema fraudolento sarebbe Ermanno Siano, amministratore di fatto di una serie di società tra cui la Cami srls, la E. A. Leather srls e l'azienda conciaria Dgf srls.

Tutte società cartiere stando alle indagini espletati dalle Fiamme gialle prive di dipendenti o con un numero esiguo rispetto al volume d'affari realizzato, che avrebbero mai provveduto a versare le imposte all'erario. Inoltre i proventi illeciti dell'attività di falsa fatturazione sarebbero stati poi riciclati da Ermanno Siano avvalendosi di ulteriori società tra le quali la Isaleather srl e la Pellemania 1988 srl.

Oltre ad Ermanno Siano è stato raggiunto dalla misura cautelare in carcere anche Alessandro Romano (difesi dagli avvocati Raffaele Tecce ed Ennio Napolillo), ai domiciliari sono finiti Alfonso Oliva, Domenico Calabrese e Dario Alderisi. Risultano indagati a piede libero Antonio Siano e Antonio Salvo. Gli agenti delle Fiamme gialle hanno posto sotto sequestro preventivo 356mila euro nelle disponibilità della società Cami srls, che smistava il denaro verso società con sede in Cina. Inoltre alla Pellemania e alla Cami srls il gip del tribunale di Avellino ha disposto un sequestro preventivo di un milione e 308mila euro ciascuna.

Dunque, in tutto è stato eseguito un sequestro preventivo, per un ammontare complessivo di circa 3 milioni di euro, in relazione ai reati di riciclaggio, reimpiego di profitti illeciti ed emissioni di fatture per operazioni inesistenti. I provvedimenti sono stati eseguiti anche con il supporto dei finanzieri appartenenti al Gruppo di Fermo e alle Compagnie di Castellammare di Stabia e di Cava dei Tirreni, e sono il risultato di complesse e articolate investigazioni eseguite dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Solofra, con le quali è stata smascherata una struttura organizzativa, con base nel polo conciario di Solofra e diverse ramificazioni nelle province di Avellino, Salerno, Napoli e Fermo. Per ricostruire il passaggio di denaro tra le varie aziende realmente esistenti e quelle cartiere gli inquirenti hanno provveduto a consultare le banche dati nonché ad analizzare i flussi finanziari.

Indagini supportate anche da numerosi sopralluoghi ed escussione di numerosi soggetti che hanno consentito di accertare i molteplici trasferimenti di capitali tra le società coinvolte nel sistema fraudolento, effettuando cambi di amministratore e cessioni di quote societarie, al fine di allontanare i sospetti.

Sulla base degli elementi raccolti è stato possibile ritenere, allo stato del procedimento, che gli indagati attinti dalle misure cautelari riciclavano i proventi illeciti, utilizzando anche dei contratti fittizi con altre aziende e adottando l'escamotage della "cessione dei crediti", grazie al quale la società, che rappresentava il centro di interesse primario, non risultava apparentemente coinvolta nel trasferimento delle somme.

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In particolare, di fondamentale interesse investigativo è stato l'esame dei dati informatici che hanno consentito di acquisire importanti elementi investigativi per delineare il contesto e definire, sia pure a livello di gravità indiziaria, le singole responsabilità penali. Ora si attende la fissazione degli interrogatori di garanzia davanti al gip che ha firmato i provvedimenti per i cinque indagati raggiunti dalle misure restrittive della libertà personale.

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