Monteforte, scoperto un giro
di prostituzione: in sette nei guai

Monteforte, scoperto un giro di prostituzione: in sette nei guai
Sabato 8 Ottobre 2016, 13:18
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Blitiz antiprostituzione dei carabinieri. Cinque persone, di eta compresa tra i 27 e i 57 anni, sono finite nei guai. 
L’indagine è partita  a seguito di un controllo effettuato da parte dei Carabinieri di Monteforte, all’interno del locale “Club Privee Libidos”, ubicato nel medesimo comune, in un edificio strutturato su due piani, nel corso del quale è stato possibile appurare la presenza di diverse camere da letto, oltre ad una normale pista da ballo ed un pianobar. Tra le varie stanze esistenti, ve ne era una arredata stile sadomaso (con la presenza di funi, manette e di una parete costituita da sbarre di ferro) ed inoltre, all’ingresso del club, sul bancone alla reception, i militari notavano un grosso scatolo di preservativi. I carabinieri hanno raccolto le testimonianze dei numerosi avventori del club, frequentato soprattutto nel fine settimana che hanno confermato che nel locale si praticava al prostituzione. Al vertice dell’organizzazione c'era un pregiudicato 57enne originario di Formia (in provincia di Latina), il quale con la collaborazione degli altri quattro arrestati, originari di Montemiletto, Monteforte Irpino, Atripalda e Sant’Anastasia, nonché degli altri sette indagati, aveva costituito e promosso un’organizzazione criminale. Ognuno dei soci aveva un ruolo ben preciso: procacciare ragazze e clienti, pulizia e rassetto delle stanze da letto, gestione del bar e della sala da ballo. Il tutto ovviamente avveniva sotto il coordinamento del capo, il quale però pretendeva che i pagamenti avvenissero esclusivamente alla sua presenza.
Molte ragazze che si prostituivano nel locale, tra le quali vi era anche un transessuale, venivano pagate in maniera esigua e spesso, su decisione del 57enne, che ovviamente era anche il principale gestore del Libidos, non ricevevano alcun compenso, nonostante le prestazioni sessuali rese. Tutto ciò era  finalizzato ad ottenere un maggiore guadagno, ovviamente sfruttando il più possibile le ragazze, approfittando della loro necessità di denaro.
Un aspetto particolare del contesto criminale in questione era costituito dal fatto che due soci facevano prostituire le proprie mogli all’ interno del locale  e le stesse, a loro volta, si pubblicizzavano mediante social network (presentandosi con nomi d’arte), chat private o cedendo il proprio numero di telefono, al fine di attirare più clienti possibili presso il Libidosi.
Il 57enne  di Formi è agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, mentre gli altri quattro soci sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il “Club Privee Libidos”, è stato posto sotto sequestro.
 
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