Casalduni, il cameriere conferma
le tangenti all'ex sindaco

CASALDUNI - Udienza fiume ieri di sette ore del processo che vede imputati l’ex sindaco di Casalduni Raimondo Mazzarelli, insieme ad altre quattordici persone: dipendenti comunali, imprenditori e tre società, per irregolarità negli appalti. Nel 2013 vi furono tre misure di arresti in carcere e quattro ai domiciliari. Provvedimenti poi attenuati o revocati, Ore d’interrogatario ieri per uno dei principali testi dell’accusa Nahu Salifu, ghanese, che per alcuni anni è stato alle dipendenze dell’ex sindaco. Ascoltata anche colei, anch’essa di nazionalità ghanese che all’epoca dei fatti era la moglie del teste. L’uomo ha risposto alle domande del collegio giudicante (presidente Daniela Fallarino, giudici al latere Simonetta Rotili e Francesca Telaro, del pubblico ministero Donatella Palumbo e dei difensori degli imputati. 
L’uomo ha confermato di essersi appropriato di una somma di circa cinquantamila euro sottratta al suo datore di lavoro. Una parte di questo denaro lo aveva poi portato in Ghana per costruire una casa. Si era impossessato del denaro che era nell’abitazione di Mazzarelli, presso cui sia lui che la moglie svolgevano mansioni di domestici tuttofare. Il domestico ha confermato che molti dipendenti del Comune si recavano preso l’abitazione dell’allora sindaco per eseguire delle riparazioni, sia riguardo l’elettricità che ad altre problematiche che si presentavano. Inoltre alcuni imprenditori si recavano a casa di Mazzarelli, e da alcune parole pronunziate dagli ospiti e da buste notate, aveva ritenuto che fosse stato dato del denaro. Inoltre aveva raccolto anche confidenze di imprenditori che lamentavano di aver svolto lavori nelle varie proprietà di Mazzarelli, sia in paese che in città, senza essere stati pagati. La moglie dell’uomo ha negato però la presenza di buste con soldi nell’abitazione, e non ha mancato di ricostruire in modo polemico i rapporti intercorsi con il suo ex coniuge.