Benevento, medici scappano dal Sannio: 7 su 10 in fuga al Nord

Denuncia della Anaao Assomed: il 25% preferisce il privato al pubblico

Medici al San Pio-Rummo di Benevento
Medici al San Pio-Rummo di Benevento
di Luella De Ciampis
Lunedì 22 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:27
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I dati contenuti in un report dell'organizzazione sindacale Anaao delineano una situazione gravemente compromessa per quanto riguarda la sanità del Sannio, della Campania e del meridione più in generale. Infatti, in base alle statistiche 72% dei medici del nostro territorio ha pensato di licenziarsi e di lasciare il proprio lavoro. Di questi, il 25% vorrebbe passare alla sanità privata, il 9% ha manifestato l'intenzione di trasferirsi all'estero, il 17% di trasferirsi nelle strutture del nord Italia e 21% di voler andare via per motivi personali. Solo il 28% dei medici in servizio è intenzionato a tenersi stretto il lavoro che ha e non ha mai pensato a trasferirsi altrove oppure a licenziarsi.

Secondo il sindacato «la manovra che sta per essere attuata a livello nazionale avrà come conseguenza una più grave e progressiva desertificazione del sistema pubblico delle regioni meridionali, mentre i giovani talenti saranno tutti incentivati a trasferirsi al nord dove gli stipendi sono più alti e le condizioni di lavoro molto migliori che al sud».

Negli ultimi mesi sta accadendo sempre più spesso che specialisti in servizio presso strutture private e pubbliche del territorio abbiamo deciso di abbandonare il campo e di trasferirsi in ospedali o Asl delle città del nord, magari per raggiungere i figli che frequentano l'università in quelle zone oppure perché hanno ottenuto un contratto più conveniente.

Quindi, non sono solo i giovani ad andare via ma anche gli adulti in una fascia di età compresa tra i 40 e i 55 anni. L'impatto sulla medicina territoriale sta già dando i suoi frutti perché la carenza di alcune categorie di professionisti, come medici dell'emergenza, psichiatri, anestesisti sta mettendo a dura prova le strutture distrettuali e penalizzando i servizi. A pagare lo scotto più alto sono soprattutto i cittadini che si trovano a dover fare i conti con un'assistenza ridotta al lumicino e con una serie di difficoltà da affrontare. Oltre alla remunerazione poco attrattiva che offrono le strutture pubbliche della nostra provincia c'è un altro elemento importante da non sottovalutare.

L'università di Benevento non ha una facoltà di Medicina, per cui i ragazzi, subito dopo aver conseguito la maturità, tra i 18 e i 19 anni al massimo, sono costretti a trasferirsi in un'altra città per studiare. A distanza di poco meno di 10 anni dal momento in cui vanno via, trascorsi a laurearsi e a specializzarsi ma anche a stringere nuovi legami affettivi e di amicizia, hanno superato il trauma del distacco dalla famiglia e dalle radici, si sono ambientati nelle zone in cui hanno vissuto una parte importante della loro vita e non vogliono più tornare nel Sannio per lavorare. Sicuramente è un fenomeno che riguarda anche altro tipo di studenti e di professionisti ma per quelli di medicina è una pratica molto più diffusa.

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Chi va via, tende a non tornare più e a mettere radici in altre città per cui, fatte salve alcune eccezioni, nel Sannio arrivano specialisti di «importazione» che, nella maggior parte dei casi, hanno interesse ad avvicinarsi il più possibile ai luoghi di residenza e a licenziarsi non appena riescono a trovare uno spiraglio. Un ruolo importante per la carenza di medici, lo gioca anche la disaffezione dei giovani medici per alcune branche particolarmente impegnative, come la Medicina d'urgenza e la Chirurgia che presentano un rischio elevato nello svolgimento della professione, che innesca contenziosi legali importanti.

A questo proposito, il sindacato Cimo Fesmed ha esortato a «riflettere sullo scudo penale per come è concepito, lontano da una vera e propria riforma in merito alla colpa grave. Una necessità, quella di depenalizzare i reati colposi commessi nell'esercizio dell'attività professionale, da non sminuire perché rappresenta una conquista importante per i medici».

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