Benevento, scontro sul «Sant'Alfonso»: sindaci contro la Morgante

Mastella: «Manca dialogo con l'ospedale la sua assenza è uno sgarbo istituzionale»

La conferenza dei sindaci
La conferenza dei sindaci
di Luella De Ciampis
Sabato 20 Aprile 2024, 10:33 - Ultimo agg. 11:40
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Accolta all'unanimità e con entusiasmo dalla Conferenza dei sindaci, indetta a palazzo Mosti, la proposta del presidente Clemente Mastella di chiedere un'audizione al direttore generale del «Rummo» Maria Morgante e, in caso di mancata risposta, di ritrovarsi tutti insieme davanti all'azienda ospedaliera per incontrarla.
«Il direttore del San Pio ha affermato il sindaco del capoluogo non ha partecipato a questo incontro, non è la prima volta che accade e torno a dire che è uno sgarbo istituzionale, un atteggiamento deprecabile che non può passare inosservato.

Non c'è interlocuzione con l'ospedale e quindi non sappiamo come si vogliono affrontare le criticità. Per questo ritengo necessario indossare le fasce tricolori e presentarsi davanti alla struttura nella mattinata di venerdì della prossima settimana». A suo avviso «è importante anche fissare un incontro con i direttori generali di Asl e Rummo e chiedere una relazione semestrale ai manager per rimanere aggiornati e trovare soluzioni condivise. Che non ci siano medici è un dato di fatto - sottolinea - perché il servizio sanitario nazionale paga meno delle strutture private e i professionisti scelgono luoghi di lavoro che offrono una remunerazione migliore».

Il direttore generale del «Rummo» non ha presenziato all'incontro ma ha inviato un documento in cui ha ribadito «la piena disponibilità a garantire il supporto per il pronto soccorso di Sant'Agata de' Goti attraverso un'immediata ricognizione di personale medico disponibile a effettuare turni notturni al Pronto soccorso del Sant'Alfonso», evidenziando che la scelta avrebbe «comportato la rinuncia ad alcune attività all'interno del reparto, fino al prossimo 28 aprile.

Definita la situazione del Pronto soccorso, la direzione strategica è già orientata verso il potenziamento della Medicina interna, della Lungodegenza e della Medicina fisica e riabilitativa, con incremento della dotazione organica dei dirigenti medici, attraverso l'espletamento di procedure concorsuali e nell'ambito del piano triennale del fabbisogno del personale».

Le reazioni

Un documento non condiviso dal sindaco di Sant'Agata Salvatore Riccio. «Se fosse vero quanto è stato scritto in questa lettera ha sottolineato la Conferenza dei sindaci non sarebbe stata proprio convocata. L'ospedale è stato totalmente depotenziato per cui proseguiremo nella nostra battaglia fino all'attuazione del decreto 41/2019 che prevede la piena operatività della struttura».

In sintonia con Mastella e Riccio i sindaci presenti. «La scelta di Morgante ha incalzato Nino Lombardi, sindaco di Faicchio e presidente della Provincia di non partecipare all'incontro è risultata poco garbata nei confronti delle istituzioni. Dobbiamo rivendicare l'attuazione dell'atto aziendale che, pur essendo stato approvato sia dall'azienda ospedaliera che dalla Regione, non è ancora in vigore.

Le criticità della sanità nel Sannio investono tutti i settori perché quanto meno è efficiente la medicina territoriale, che dovrebbe fare da filtro, tanto più ne risente la medicina d'urgenza, ledendo di fatto il diritto alla salute dei cittadini, sancito dalla Costituzione. La decisione dell'Asl di demedicalizzare le ambulanze è un ulteriore schiaffo alla sanità sannita. Allo stesso modo, il Pronto soccorso del Sant'Alfonso è da considerare come filtro per i reparti dell'emergenza del Rummo».

Anche Pasquale Matera, sindaco di Bucciano, ha espresso disappunto: «Il rammarico per la mancata partecipazione della manager ha detto è determinato dal fatto che qualunque proposta volessimo avanzare non troverebbe alcun riscontro e cadrebbe nel vuoto.

A mio avviso, è necessario trattare anche la tematica del 118, che interessa a molti sindaci».

«Mi chiedo ha aggiunto Domenico Parisi, sindaco di Limatola a cosa possa servire il Pronto soccorso del Sant'Alfonso, visto che le ambulanze del 118 non ci vanno. Ogni tanto ci ritroviamo per la Conferenza dei sindaci, discutiamo ma non riusciamo a fare nulla di concreto. Dobbiamo sottoscrivere, se possibile, un documento stringente nei confronti della Morgante e ottenere l'attuazione del decreto 41/2019».

Le conclusioni le ha tratte Luca De Lipsis, consigliere comunale con delega alla Sanità: «Sono un medico ospedaliero e di ambulanze provenienti dalla valle Caudina ne vediamo tutti i giorni. Per mantenere attivo il Pronto soccorso di Sant'Agata bisognerebbe avere una sala Tac, sale operatorie, una radiologia e medici rianimatori che attualmente non ci sono. Senza queste componenti imprescindibili, il Pronto soccorso non può esistere».

All'incontro ha presenziato anche una delegazione del «Movimento civico per l'ospedale», che ha presentato una documentazione riepilogativa degli atti propedeutici all'attuazione del decreto 41/2019: «Tutti i presenti hanno manifestato la volontà unanime di chiedere un Pronto soccorso pienamente funzionante con i reparti necessari alle spalle, oltre alla volontà di passare ad azioni più incisive e di chiedere un incontro con il presidente della Regione».

Infine secondo Giovanni Cacciano, segretario provinciale Pd, «l'assistenza territoriale non è al passo con i bisogni di una popolazione che invecchia e con il divario tra Nord e Sud perché la sanità meridionale è sempre sottofinanziata. Al di là di sterili polemiche circa la presenza o meno della dg Morgante, sarebbe efficace vagliare la sua minuziosa relazione dalla quale emerge tutto l'impegno profuso, nonostante le criticità esistenti, e fare squadra per eliminare il gap di cui è vittima la nostra sanità».

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