Benevento, la storia in vetrina: Lapidarium, ecco i «magnifici dieci»

La Soprintendenza ha trasmesso l’elenco aggiornato a Palazzo Mosti

La teca del lapidarium sotto l'Arco di Traiano
La teca del lapidarium sotto l'Arco di Traiano
di Paolo Bocchino
Sabato 13 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:45
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I magnifici 10 per il lapidarium. Soprintendenza e Comune hanno ormai definito la lista dei reperti che troveranno posto nella teca realizzata nei pressi dell’Arco di Traiano nell’ambito del progetto Pics. Decisioni toccate prevalentemente al responsabile archeologico della Soprintendenza Simone Foresta. Il dirigente dell’ente ministeriale ha trasmesso nei giorni scorsi l’elenco dei pezzi prescelti al responsabile del procedimento del progetto municipale Francesco Mainolfi.

Della lista fanno parte testimonianze storiche attinte quasi esclusivamente dai depositi dell’ufficio ministeriale, e in particolare da quelli dell’ex carcere San Felice in viale degli Atlantici. Giacimenti ricchissimi cui pescare a piene mani, senza andare a depauperare i patrimoni espositivi di altre istituzioni, come sarebbe avvenuto se si fosse battuta la strada del «prestito» delle statue acefale di Traiano e Plotina ospitate dal Museo del Sannio.

Unica eccezione sarà l’epigrafe celebrativa della realizzazione della via Appia Traiana, voluta e finanziata dall’imperatore dell’Arco, che fa splendida mostra di sé all’ingresso del Teatro Romano.

Tutti i beni individuati sono caratterizzati dalla presenza di pregevoli elementi scultorei. Tutti, evidentemente, risalenti alla romanità cittadina, sia pure di epoche diverse. L’elenco dei tesori da mettere in vetrina comprende testimonianze rinvenute in territorio di Benevento, ma anche in altri comuni della provincia. In lista c’è ad esempio il suggestivo rilievo deliaco trovato anni fa a Pietrelcina. Un tributo al culto di Apollo che nell’isola greca di Delo aveva la sua terra d’elezione. Il reperto mostra ancora ben visibile il profilo superiore del tempio con frontone e parte alta del colonnato.

Da Paduli proviene il mezzobusto di un togato romano che da anni è «provvisoriamente» adagiato nei cortili di viale degli Atlantici. Ancorché acefala, la scultura in pietra chiara si presenta ancora ben definita e promette di essere una delle attrazioni più scenografiche della teca. Così come il lacerto di mosaico che da viale degli Atlantici raggiungerà il lapidarium all’Arco. Le tessere multicolori che ornavano il pavimento di una villa gentilizia si annuncia come una delle meraviglie più interessanti della vetrina. Si punta all’effetto wow anche con il rilievo raffigurante gladiatori, oggi depositato in Soprintendenza ma senz’altro meritevole di valorizzazione. Il reperto in pietra chiara mostra ben visibili la parte bassa del corpo (con armatura) di due combattenti. Decisamente scenografica pure la sfinge in materiale calcareo indicata da Foresta.

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Nulla a che vedere con il ricco patrimonio egizio cittadino ma un ornamento funerario per rendere omaggio alla memoria di un antico notabile. D’impatto anche il massiccio fregio dorico in pietra contenente alcune illustrazioni ancora ben visibili, così come il modellino con porta urbica, sorta di colonna bassa in calcare bianco. Meno spettacolare ma storicamente pregevole la pietra miliare del IV miglio della via Traiana, punto di riferimento del tracciato voluto dall’imperatore romano rinvenuto tra Benevento e Paduli. Completa il quadro un’altra epigrafe, rinvenuta a Callarulo, commemorativa del gesto generoso del magistrato Lucio Pulpio che realizzò una strada a proprie spese. Per vedere i reperti in vetrina si dovranno attendere adesso le operazioni di dettaglio, che non saranno di rapidissima esecuzione.

E in tema di beni culturali e progetti Pics si registra l’attacco di Luigi Diego Perifano al Comune in merito alla partnership con una coop pugliese per la gestione dell’Hortus Conclusus: «L’affidamento non è avvenuto a seguito di gara, ma a trattativa diretta - rileva il leader di opposizione - La norma lo consente: se l’importo del servizio è modesto, si può scegliere a chi aggiudicarlo anche senza confrontare più offerte. Nel caso di specie, il Comune ha sorprendentemente scelto di rivolgersi a una cooperativa con sede in Bari, che secondo le informazioni reperibili in rete si occupa prevalentemente di trasporto merci su strada. L’ha contattata sul mercato elettronico, si è fatto fare un’offerta, e le ha affidato il servizio di custodia. Mi domando: quali le ragioni di questa scelta? Non c’era, fra Benevento e provincia, una ditta o una cooperativa sociale da contattare con le stesse modalità, e altrettanto in grado di espletare il servizio? È stata svolta in tal senso una minima indagine di mercato? O forse l’attività di custodia, apertura e chiusura del sito secondo gli orari previsti, è così complessa e specialistica da escludere che vi fossero imprese locali all’altezza del compito? Presenterò un’interrogazione per avere spiegazioni - annuncia il portavoce di Alternativa per Benevento -. Qualcuno dovrà darle».

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