Favorì la latitanza del boss Michele Zagaria, imprenditore arrestato a Casapesenna

Raffaele Cilindro nella foto diffusa dai Ros dei Carabinieri
Raffaele Cilindro nella foto diffusa dai Ros dei Carabinieri
Martedì 17 Marzo 2015, 12:04 - Ultimo agg. 19:20
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CASERTA - Il Reparto Anticrimine di Napoli – Distaccamento di Caserta, in collaborazione con i carabinieri di Casal di Principe, nelle prime ore della mattina ha eseguito a Casapesenna una misura cautelare a carico di Raffaele Cilindro, 51 anni, imprenditore edile, originario di San Cipriano d’Aversa. Dall’attività d’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, (Giuseppe Borrelli, Catello Maresca e Maurizio Giordano) è emerso che Cilindro avrebbe favorito la latitanza di Michele Zagaria. Contestualmente i militari dell’Arma hanno sequestrato anche beni per un valore di un milione e mezzo di euro.



Raffaele Cilindro è accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso: avrebbe, secondo gli

inquirenti, partecipato direttamente alle attività della fazione Zagaria del clan dei Casalesi, finanziandola periodicamente con somme di denaro, mantenendo i contatti con gli affiliati e, soprattutto, ospitando nella sua abitazione il boss Michele Zagaria, detto «capa storta», durante la latitanza.



Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Dda di Napoli, Cilindro avrebbe anche accompagnato Pasquale Zagaria, fratello di Michele, ad alcuni summit di camorra. Cilindro aveva rapporti anche con l'altro fratello di «capa storta», Antonio.

Inoltre l'imprenditore risulterebbe dentro la vicenda ricostruzione post sisma nel comune de L'Aquila.



Alle intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte durante le indagini si aggiungono anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, ex affiliati alla fazione del clan del cemento: si tratta di Attilio Pellegrino, cassiere del clan dal 2010, e

Massimiliano Caterino, uomo di fiducia di Michele Zagaria, incaricato dall' allora boss di mantenere i rapporti con gli imprenditori.



Documentati dal Ros dei carabinieri di Napoli (distaccamento di Caserta) frequenti viaggi a Venezia e serate con altri imprenditori e affiliati al casinò, apparentemente organizzati per divertimento e invece finalizzati a riciclare il denaro del clan.

Cilindro, infine, era in ottimi rapporti anche con un altro imprenditore di Casapesenna, Raffaele Donciglio, anch'egli destinatario, di recente, di un provvedimento restrittivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli.