L’ex sindaco Di Muro al giudice: «Pirro? Lo chiamai io»

comune santa maria capua vetere
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di Biagio Salvati
Martedì 28 Novembre 2017, 09:55
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CASERTA - «Conoscevo Roberto Pirro da anni e quando ho saputo che era un funzionario della Regione Campania specializzato nel settore dei servizi sociali ho pensato di dare nuova linfa agli uffici comunali chiamandolo in amministrazione, ma tutto alla luce del sole con regolare delibera. È stata una decisione mirata a ravvivare l’attività dei servizi sociali comunali con nuovi progetti e la supervisione di Pirro». Questa, in sintesi, la spiegazione del rapporto con Roberto Pirro (responsabile dei servizi sociali anche lui arrestato), fornita ieri in sede di interrogatorio di garanzia dall’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro, comparso davanti al gip Alessandra Grammatica (presente il pm Vincenzo Quaranta) per difendersi dall’accusa di associazione a delinquere con finalità elettorali e di due episodi di turbativa d’asta.
Difeso dagli avvocati Emilio Maddaluna e Giuseppe Stellato, l’ex primo cittadino sammaritano – finito di nuovo agli arresti la scorsa settimana a un mese dalla decisione di revoca del divieto di dimora per una diversa inchiesta di corruzione per cui è già processo – è apparso sereno nel fornire le spiegazioni e i chiarimenti sulla vicenda degli «ambiti sociali usati come strumento per ottenere consenso elettorale e farne un uso privatistico per posti di lavoro alle persone a loro vicine e non fare assistenza sul territorio», così come sostiene la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Sull’aspetto politico, inoltre, Di Muro ha chiarito che in quel periodo la fase elettorale era circoscritta alle primarie del Pd e che si è semplicemente adoperato per dare un’accelerata alle attività dei servizi sociali non entrando nel merito dello svolgimento degli atti amministrativi e procedure tecniche per le quali erano delegati altri. Di Muro, che è architetto, avrebbe anche sottolineato che già dalla prima inchiesta che lo colpì quasi due anni fa, è del tutto fuori dalla politica, né in grado ad oggi di raccogliere consensi (in riferimento alla necessità della custodia cautelare adottata, N.d.R.) visto la sfiducia ricevuta dai consiglieri, la denuncia di una dipendente e la sua posizione giudiziaria.
Intanto, mentre la difesa si accinge a presentare un’istanza al Tribunale del Riesame, per questa mattina è fissato l’interrogatorio dell’altro principale accusato, Roberto Pirro e dei coimputati ai domiciliari. Secondo l’accusa, invece, Di Muro, nella sua doppia veste di sindaco della città del foro dal 2011 al 2015 e delegato al settore dei servizi sociali, sarebbe stato proprio con Pirro il promotore, costitutore e organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al «controllo degli uffici dei servizi sociali e dell’Ambito Territoriale C8, già C5 del quale il Santa Maria era Comune capofila».
Sotto il coordinamento di Di Muro ricadevano gli ex otto comuni dell’ambito: Curti, Casapulla, San Prisco, San Tammaro, Capua, Sparanise, Pignataro Maggiore, Bellona, Calvi Risorta, Rocchetta e Croce, Vitulazio, Camigliano, Pastorano, Giano Vetusto. Su tutti faceva il bello e il cattivo tempo il Comune capofila di Santa Maria Capua Vetere che organizzava le presunte attività illecite che ruotavano intorno alle iniziative socio assistenziali gestite dall’Ambito C8 finanziate dalla Regione Campania e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un danno nei confronti dello Stato di oltre 200 mila euro.
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