Mondragone, anziana morta da un mese: il corpo nascosto in un baule

Ascoltata per ore una delle figlie che viveva in casa con lei

Mondragone, anziana morta da un mese, il corpo nascosto in un baule
Mondragone, anziana morta da un mese, il corpo nascosto in un baule
di Pierluigi Benvenuti
Domenica 10 Dicembre 2023, 22:46 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 16:38
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Il cadavere in avanzato stato di decomposizione di una donna di 77 anni è stato rinvenuto, chiuso in un baùle, nell’appartamento dove viveva a Mondragone, sul litorale Domitio. A fare la macabra scoperta è stata una figlia della donna, allarmata perché da qualche tempo non aveva più notizie di sua madre, Concetta Infante. L’altra sera ha rotto gli indugi e si è recata nell’abitazione che la mamma divideva con un’altra figlia in un condominio di via Razzino; nella camera da letto è avvenuto l’orribile ritrovamento.

Ha subito dato l’allarme e ha chiamato i carabinieri. Sul posto sono giunti gli uomini del reparto territoriale di Mondragone, agli ordini del tenente colonnello Antonio Bandelli, con diverse pattuglie e un’ambulanza del 118. Poco dopo, è arrivato anche il pm della Procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Il corpo della donna è stato ritrovato in un vecchio baùle in legno, sigillato con del nastro adesivo e collocato nella camera da letto della vittima. Quando i carabinieri sono arrivati, l’appartamento era invaso dal cattivo odore.

Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione e dai primissimi accertamenti operati dal medico legale sembra che la morte della donna si possa far risalire ad almeno un mese o un mese e mezzo fa. La certezza si avrà soltanto dopo l’esame autoptico che sarà eseguito nei prossimi giorni. La salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale dell’azienda ospedaliera di Caserta, a disposizione dell’autorità giudiziaria, dove saranno effettuati gli ulteriori accertamenti. L’abitazione è stata sottoposta a sequestro. L’altra figlia di Concetta Infante, di 54 anni, che viveva con la madre, si è trasferita per il momento in un albergo della città e ieri è stata a lungo sentita dagli inquirenti.

Sul macabro ritrovamento è stata aperta un’inchiesta. Per ora l’ipotesi di reato per la quale si procede è occultamento di cadavere ma si dovrà accertare se la morte dell’anziana sia avvenuta per cause naturali o se si sia trattato di omicidio. 

Un nuovo caso di femminicidio? Una lite familiare sfociata in tragedia? Oppure una morte per cause naturali tenuta nascosta per ragioni “squisitamente economiche”, per poter continuare a ritirare la pensione della donna? In quest’ultimo caso si configurerebbe anche il reato di truffa aggravata ai danni di organi dello Stato. Gli inquirenti si stanno muovendo in modo particolare nella cerchia familiare e delle conoscenze di Concetta, pensionata, nativa di Portici, ma che per anni ha vissuto a Pescara e che da qualche anno si era stabilita a Mondragone, dove aveva acquistato un appartamento nel complesso residenziale degli ex palazzi Cirio. I carabinieri stanno ricostruendo i contatti e le amicizie della donna. Per tutta la notte di sabato e per l’intera giornata di ieri sono state ascoltate le figlie e altri parenti e conoscenti. Ulteriori elementi importanti per le indagini si attendono dai rilievi che gli uomini dei reparti investigativi scientifici stanno eseguendo nell’appartamento e dall’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni. Si dovrà chiarire prima di tutto la causa del decesso. Lo stato di decomposizione in cui è stato ritrovato il corpo ha impedito di verificare con la sola ricognizione esterna se sullo stesso vi fossero o meno segni di violenza. Un altro giallo da chiarire è il luogo dov’è avvenuta la morte: Concetta è morta in casa oppure da qualche altra parte, ad esempio le scale del condominio, e poi portata nell’appartamento e messa nel baùle? Ad agire è stata una persona sola o sono state più persone? 

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La notizia ha gettato un velo di tristezza sulle imminenti festività natalizie. Il sindaco di Mondragone Francesco Lavanga, parla di «dramma dell’emarginazione sociale, della solitudine». I palazzi dove la donna viveva, a due passi dal viale principale della città dove brillano le luci della festa, sono da anni simbolo di degrado e abbandono. Grandi casermoni di venti piani, dalle affacciate scrostate, sono l’emblema di un sogno mancato, quello dello sviluppo turistico basato sull’offerta di case vacanze. Oggi vi abita prevalentemente una comunità di immigrati bulgari di origine rom, per lo più sfruttati come braccianti agricoli: nel luglio di tre anni fa salirono alla ribalta per violenti scontri con i residenti in occasione di una mini zona rossa dichiarata per contrastare un focolaio Covid. 

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