Alimenti, da falso Made in Italy un giro d'affari di 100 miliardi

Alimenti, da falso Made in Italy un giro d'affari di 100 miliardi
Alimenti, da falso Made in Italy un giro d'affari di 100 miliardi
Martedì 26 Ottobre 2021, 11:31 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 11:06
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Il falso Made in Italy vale un giro d'affari da 100 miliardi di euro. «L'Italia è leader incontrastata mondiale nel food. Un dato di fatto, che però è perennemente minacciato dal cosiddetto "Italian Sounding"». Ad affermarlo è Lorenzo Zurino, Presidente del Forum Italiano dell'Export, a margine di Tuttofood, in questi giorni in corso alla Fiera di Milano.

Il nostro patrimonio alimentare è infatti messo a rischio da tutti quei falsi che, nel Mondo, producono un giro d'affari di oltre 100 miliardi di euro per effetto della "pirateria internazionale" che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia, per alimenti che nulla hanno a che fare con il sistema produttivo nazionale. Infatti, all'estero due prodotti agroalimentari "tricolori" su tre sono falsi, senza alcun legame produttivo con l'Italia. Le conseguenze sono evidenti anche sotto l'aspetto occupazionale del nostro Paese: secondo Coldiretti, attraverso la lotta al falso Made in Italy, si potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro.

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I prodotti più imitati vanno dalla mozzarella, in cima alla classifica, fino ad altri due classici del mondo dei formaggi italiani come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano. Tante le varianti che nel mondo tentano di spacciarsi per Parmigiano o Grana: Parmesan, Parmesao o Reggianito. Altri formaggi sotto attacco sono il Provolone e il Pecorino Romano, diffusissimi soprattutto in America, dagli Usa fino all'Argentina. Nella lista dei più copiati anche salame, mortadella, sughi pronti, pesti alla genovese ma anche bevande come il Prosecco o il Chianti.

Nonostante gli attacchi continui, il valore delle nostre esportazioni di agroalimentare si aggira sui 50 miliardi all'anno. Non è impensabile pensare di portare a 100 miliardi di euro l'export agroalimentare italiano entro i prossimi 10 anni. Per far ciò, occorrerà risolvere il tema "Italian Sounding" e potenziare il sistema portuale italiano, insieme a politiche di prezzo vantaggiose in relazione al costo dei container. Tutto ciò potrà facilitare il raggiungimento di questo ambizioso ma non impossibile traguardo».

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