Salerno, agente penitenziario infedele arrestato con la compagna: introduceva in carcere droga e cellulari

L'uomo, braccato dalle forze di polizia ha scarrellato l'arma appena ha visto i colleghi in divisa

L'arresto dell'agente penitenziario infedele
L'arresto dell'agente penitenziario infedele
di Petronilla Carillo
Venerdì 22 Dicembre 2023, 06:00 - Ultimo agg. 23 Dicembre, 13:09
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Un episodio «raccapricciante» quello avvenuto ieri mattina nel carcere salernitano di Fuorni, come hanno dichiarato alcuni agenti della penitenziaria. Condito dall’incredulità dei detenuti che non avrebbero mai immaginato di ritrovarsi catapultati in una realtà simile alla scena di un film: un poliziotto infedele ha preso l’arma e l’ha puntata contro il suo comandante per poi fuggire via. Persino la tradizionale messa di Natale, che doveva essere celebrata dal vescovo di Salerno, monsignor Andrea Bellandi, è stata rinviata. Alcuni avvocati impegnati nei colloqui con i propri assistiti per qualche istante hanno temuto il peggio: hanno visto l’uomo in divisa correre per il penitenziario con la pistola in pugno. Per fortuna non si sono verificati incidenti e l’uomo, poco dopo, è stato arrestato dai finanzieri. 
Ma procediamo per ordine. Quando la comandante della polizia penitenziaria, la dirigente aggiunta Carolina Arancio, è entrata nella stanza degli agenti accompagnata dagli uomini del Nucleo investigativo centrale e dai cani antidroga, Francesco Giugliano ha iniziato a dare segni di insofferenza. Una insofferenza che, nel giro di pochi istanti, è sfociata in violenza quando ha capito che quel controllo era per lui. E così ha aperto il cassetto di una scrivania con la scusa di prendere il cellulare per chiamare la compagna e dirle quanto stava accadendo per farsi venire a prendere (i due abitano nei pressi del carcere), poi ha estratto la sua pistola d’ordinanza. L’ha impugnata e l’ha puntata contro il viso del suo comandante. Sono stati momenti di grande tensione. La dirigente ha mantenuto il sangue freddo riuscendo a gestire la situazione poi lui, minacciando tutti gli altri colleghi, è riuscito a uscire dalla stanza: è corso in portineria, ha intimidito, sotto la minaccia dell’uso dell’arma, gli addetti e si è fatto aprire il cancello per poi fuggire con la sua auto verso Battipaglia. Dal carcere è partita una richiesta di soccorso alle forze dell’ordine e una pattuglia della guardia di finanza in servizio in zona, insieme agli agenti del Nic, si è messa sulle tracce dell’auto dell’agente intercettandolo in via Olevano. Ne è scaturito un breve inseguimento fino a quanto la vettura del fuggitivo è stata bloccata da altre pattuglie della finanza, della polizia e dei carabinieri giunte in soccorso. L’uomo, sentendosi braccato, quando è sceso dall’auto ha «scarrellato» la pistola rischiando di mettere a repentaglio la vita dei colleghi delle altre forze dell’ordine ai quali non è rimasto altro da fare che gettarsi addosso a Giugliano per bloccarlo e ammanettarlo.

Una indagine interna al carcere, richiesta dalla direttrice Gabriella Niccoli, aveva portato alla luce degli elementi inquietanti sul giro di droga tra le mura dell’istituto penitenziario Antonio Caputo: Giugliano era sospettato, secondo quanto rilevato dalla penitenziaria con il coordinamento della procura di Salerno (agli ordini del procuratore Giuseppe Borrelli e del vicario Luigi Alberto Cannavale), di far entrare droga all’interno del carcere.

Droga che sarebbe stata introdotta in buste schermate per evitare di essere intercettate dal metal detector.

Dopo l’arresto i finanzieri hanno perquisito il suo ufficio e la sua abitazione. In carcere hanno trovato le buste schermate e 150 grammi di hashish, a casa duemila euro in contanti oltre ad altre confezioni di marijuana, materiale per il confezionamento, una pistola con due caricatori e relativo munizionamento, telefonini con diverse schede telefoniche e una radio non autorizzata. Per Giugliano e per la sua compagna, Anna Maria Russo è scattato l’arresto. 

«Devo ringraziare la direttrice del carcere e la comandante della polizia penitenziaria per il coraggio dimostrato e per il loro impegno a portare alla luce quanto stava accadendo all’interno dell’istituto. La presenza di agenti che non compiono il loro lavoro è inaccettabile per il nostro Dipartimento - ha commentato la dirigente del Dap Campania Lucia Castellano - Siamo rappresentati dello Stato e da tali ci dobbiamo comportare». 

Per Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio dell’Uspp quanto accaduto «è un’offesa per tutti i colleghi che lavorano con grande dedizione e correttezza tra mille difficoltà perché, voglio ricordare, il carcere di Salerno è il più affollato della Campania e conta un vuoto di sessanta unità in organico».

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