L’accordo con la Commissione europea sui Pos è stato raggiunto. Il punto di caduta, la soglia sotto la quale non scatterebbero sanzioni per gli esercenti che rifiutano il pagamento elettronico, sarà di 40 euro contro i 60 della manovra. Anche per il pensionamento anticipato delle donne, governo e maggioranza sarebbero vicini ad una soluzione. I lavori tecnici per verificare le compatibilità finanziarie sono ancora in corso, ma il punto di caduta potrebbe essere l’uscita con il ricalcolo contributivo della pensione al raggiungimento dei 60 anni e con 35 o 37 anni di contribuzione alle spalle. Anche se rimane l’ipotesi di limitare l’uscita soltanto alle donne che rientrano nelle 4 categorie dell’Ape sociale, magari abbassando l’età a 58-59 anni e lasciando i 35 anni di contributi. La misura sarà quella che assorbirà la quota maggiore della “dote” da 700 milioni (di cui 300 per le modifiche chieste dai ministeri) per cambiare la manovra. Se la nuova «Opzione donna» sarà confermata, verrà meno la norma inserita nella legge di Bilancio del governo e che subordina l’accesso al pensionamento anticipato soltanto a quelle donne che hanno perso il lavoro, che accudiscono dei disabili o che sono esse stesse disabili. Così come verrà meno la riduzione dell’età anagrafica per accedere al prepensionamento in base al numero dei figli (59 anni in caso di un solo figlio, 58 anni da due figli in su). Questo pacchetto pensioni dovrebbe imbarcare anche un’altra modifica: l’aumento fino a 590-600 euro della pensione minima. Un aumento che, però, sarà riservato soltanto agli ultra 75enni e con un Isee basso.
LA MODIFICA
Un altro emendamento sul quale ci sarebbe un via libera di massima, è quello che riguarda l’allargamento dell’uso dei voucher per assumere lavoratori anche alle discoteche, ai night club e alle sale da ballo.
Questa soluzione permetterebbe di non “consumare” spazio fiscale nei bilanci degli istituti. Resta però anche in questo caso da capire se la Commissione europea autorizzerà l’intervento. Intanto è scontro sull’aumento delle accise delle sigarette. «Non nascondo», ha detto il vice-presidente di British American Tobacco (Bat), Andrea Di Paolo «che c’è più di una preoccupazione sull’attuale legge di bilancio, in particolare sull’articolo 29 del testo presentato dal governo» che contiene una modifica sulla tassazione del tabacco che «favorisce un player rispetto ad un altro» e dunque mette a repentaglio «la sostenibilità di Bat Italia nel sistema Paese». Secondo Bat, insomma, l’aumento della tassazione peserebbe proporzionalmente più sulle “bionde” che costano meno che su quelle di fascia alta, distorcendo il mercato.