Tasse, Renzi contro Bruxelles: «Decidiamo noi quali tagliare. Non è il maestro che fa l'esame»

Tasse, Renzi contro Bruxelles: «Decidiamo noi quali tagliare. Non è il maestro che fa l'esame»
Venerdì 16 Ottobre 2015, 10:14 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 14:16
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«Ai cittadini interessa il taglio delle tasse. Le tasse non sono più una cosa bellissima e anche da sinistra si è capito che sono una cosa da ridurre». Così il premier Matteo Renzi ospite del programma 'Attenti a noi 2' su Radio 24 parlando della manovra varata ieri dal Consiglio dei ministri.

«Non è che non abbasso le tasse perché lo ha detto Berlusconi. Come è noto lui ne ha dette tante, alcune anche contraddittorie, alcune giuste e alcune sbagliate», ha poi aggiunto rispondendo a una domanda sul fatto che il calo delle tasse sulla prima casa sia un intervento berlusconiano.

Renzi ha anche sintetizzato il concetto in un una battuta: «Come sanno tutti, anche un orologio rotto due volte al giorno segna l'ora giusta».

«La domanda sulle coperture è un evergreen. La realtà è che da due anni l'Italia sta cominciando a tagliare le tasse. La discussione sulle coperture mi stupisce... Sono i benaltristi: per vent'anni non si abbassavano le tasse e ora c'è chi dice che andava fatto in un altro modo», ha proseguito il premier.

«Bruxelles non è il maestro che fa l'esame, non ha i titoli per intervenire» sulle scelte economiche del governo, ha poi avvertito Renzi, sostenendo che «in questi anni c'è stata subalternità psicologica dell'Italia verso gli eurocrati». «Certo ci deve consigliare ma non ci deve dire la tassa da tagliare», ha scandito il premier.

«L'Italia - ha spiegato il presidente del Consiglio - da molti soldi all'Europa e anche sul rispetto dei parametri inviterei a guardare i dati del deficit di altri paesi». Il premier ha indicato la Spagna, che sfora il 3% e la Gran Bretagna che «quest'anno ha fatto il 5% del deficit» e ha approvato «una riduzione di tasse da 20 miliardi finanziata in gran parte con il deficit». Tecnicamente poi, ha aggiunto Renzi, «non c'e' trattativa»: se Bruxelles bocciasse la manovra il governo la rimanderà tale e quale.

Renzi ha quindi difeso la decisione di mettere il canone Rai in bolletta: «È una norma al riparo da impugnative. È l'applicazione di un principio liberale». L'abolizione della Tasi sulla prima casa non comporterà «aumenti di altre imposte» causate da tasse locali ha poi assicurato.

«I dati dimostrano che non è il limite ai contanti a ridurre l'evasione ma l'incrocio dei dati e misure che abbiamo preso come la fatturazione elettronica», ha affermato ancora il premier difendendo la decisione di alzare il limite sul contante da mille a tremila euro.

«Quello che mi stupisce è che su una vicenda totalmente inventata io poi devo rispondere più volte. Ci sono i fatti e i fatti sono testardi. Siamo stati i primi a mettere online le spese del comune, il lavoro sulla trasparenze e la pubblicazione dei dati è evidente ed infatti io non avevo la carta di credito del comune», ha sostenuto quindi il premier riguardo all'indagine della aperta dalla Corte dei conti sulle sue spese quando era presidente della provincia.

La Legge di Stabilità taglia di circa 50 milioni in tre anni il plafond del 2 per mille per i partiti, ha detto ancora il premier rispondendo a una domanda sulla legge appena varata dal Senato che sblocca i fondi ai partiti.

Il plafond, ha spiegato Renzi, prevedeva in tre anni 9, 27 e 45 milioni. «I rimborsi pubblici ai partiti sono stati aboliti con una legge del governo Letta poi c'è una voce di bilancio che destina quote del 2x1000 ai partiti. La novità è che nella legge di stabilità abbiamo ridotto lo stanziamento per ridurre il plafond destinato alle scelte», ha spiegato Renzi senza entrare nella polemica scoppiata per l'approvazione lampo in Parlamento della norma Boccadutri che stanzia soldi ai partiti. «Proprio nella legge di stabilità - ha precisato - abbiamo ridotto di 10, 20 e 20 il plafond destinato alle scelte libere», ha continuato.

«Strano che la Camusso abbia qualche critica. Da lei non me no aspettavo». Usa infine l'arma dell'ironia il premier a una domanda sulle critiche mosse dal leader della Cgil al tetto del contante. «Se di fronte a tutto quello che abbiamo fatto - ha aggiunto - la critica è sul tetto del contante, allora parliamone. Stappo una bottiglia».