Statali, tagli ai dirigenti. Ai contratti 200 milioni

Statali, tagli ai dirigenti. Ai contratti 200 milioni
di Andrea Bassi
Venerdì 16 Ottobre 2015, 03:49 - Ultimo agg. 14:53
2 Minuti di Lettura
Per il rinnovo del contratto degli Statali arriveranno 200 milioni di euro, meno dei 300 milioni annunciati dallo stesso Renzi in conferenza stampa. Ma il saldo per le casse dello Stato sarà nullo. Le risorse necessarie a riavviare la contrattazione con i sindacati sul pubblico impiego, arriveranno da una stretta sugli stessi statali. A cominciare dai dirigenti. Verranno innanzitutto azzerati tutti i posti vacanti. Se in un ministero c'è un posto dirigenziale non assegnato, quest'ultimo verrà cancellato. Questo comporterà una riduzione delle piante organiche.



Ci sarà poi un blocco completo, sempre per i dirigenti, del turn over. Significa che per il prossimo anno non ci saranno concorsi. Salvo due eccezioni. La prima per la selezione dei dirigenti dell'Agenzia delle Entrate, dopo la sentenza della Consulta che ha fatto decadere tutti i funzionari che occupavano posizioni dirigenziali senza aver sostenuto un concorso pubblico. La seconda eccezione riguarderà un contingente di 150 assunzioni riservate alle carriere speciali, come per esempio i prefetti o i diplomatici. I dirigenti, poi, dovranno anche subire un taglio delle loro retribuzioni. Ad essere colpiti saranno i fondi per la produttività, in pratica i premi e i salari accessori. L'ammontare della sforbiciata è ancora in discussione e sarà formalizzato probabilmente solo nei prossimi giorni dopo un confronto tra la Ragioneria generale dello Stato e il ministero della Funzione pubblica. Per adesso si starebbe ragionando intorno ad un taglio del 20%.



C'è un altro punto che è ancora oggetto di confronto. Se le misure messe in campo sulla dirigenza non dovessero bastare a compensare i fondi necessari per il rinnovo del contratto, allora si agirà su tutti i dipendenti pubblici. In che modo? Anche in questo caso attraverso una stretta sul turn over. Il prossimo anno le amministrazioni centrali possono assumere personale nel limite del 60% della spesa di coloro che vanno in pensione. Una percentuale che sale all'80% per gli enti locali. Queste due soglie verrebbero riviste, in caso di necessità, al ribasso. Tra le norme sulla Pa, infine, c'è anche il commissariamento della Scuola superiore della Pa.