Ecco un piatto della tradizione romana che risale, secondo Arcangelo Dandini, alla tradizione della cucina giudaica che tanto peso ha avuto nella formazione gastronomica della Capitale. Lo rubiamo dal suo bel libro "Memoria a mozzichi" edito da Aliberti. Un corrispettivo campano potrebbe essere i bucatini con la salsa forte o con il soffritto. Un piatto molto rustico, fatto con gli avanzi della macellazione
che, di diritto, spettavano agli operai del macello. La
pajata è un po’ laboriosa da pulire, ma la soddisfazione che dà
assaggiare questo piatto ripaga decisamente di tutta la fatica.
Ingredienti per sei persone
1800 gr di pajata (intestino di vitello da latte in origine
di bue)
1800 gr di pomodori pelati
600 gr di rigatoni
1 cucchiaio di conserva di pomodoro
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
3 chiodi di garofano
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine di oliva
sale
pepe
La pajata va, prima di tutto, spogliata del tutto
dell’involucro di pelle che la circonda. Lo spellamento
si effettua incidendo con un coltellino, a
uno dei capi del budello, poca pelle, separandola
dal sottostante intestino carnoso.
Quando se n’è tirata
abbastanza da poterla afferrare con le dita, si
rovescia come un guanto, srotolando facilmente fino
al completo spellamento.
Dopo la spellatura, si taglia la pajata in pezzi di
circa 20 cm di lunghezza, si ripiega a ciambella ciascun pezzo fissando le estremità con lo spago da
cucina.
La legatura evita che il contenuto del budello
vada disperso in cottura. Le ciambelle appariranno
larghe, ma si deve tenere conto che si ridurranno
molto cuocendo.
In un tegame pesante mettere 5 cucchiaiate di
olio d’oliva, aggiungere l’aglio e la cipolla tagliata
finemente, e poi la pajata, girando con un cucchiaio
di legno per evitare che bruci, fino a che sia ben
rosolata.
Aggiustare di sale, pepare, aggiungere tre
chiodi di garofano e mezzo bicchiere di vino bianco
secco, alzare la fiamma e far evaporare.
Versare
nel tegame i pomodori pelati scolati del loro succo,
abbassare il fuoco, coprire il tegame e cuocere dolcemente per circa 15 minuti. A questo punto aggiungere la conserva di pomodoro e cuocere dolcemente per circa un’ora.
Il sugo deve restare denso e prendere sapore.
Cuocere i rigatoni e scolarli al chiodo, condirli con metà del sugo.
Servire in piatti ben caldi, disponendo su ciascun piatto due ciambelle di pajata e altro sugo.
Per questo piatto servono vini di corpo e tannici. Un Aglianico o un Tintore di Tramonti sono l'ideale. Bene anche il Cannonau.
Rigatoni alla pajata spiegati da Arcangelo Dandini
di Luciano Pignataro
Domenica 26 Maggio 2013, 16:23
- Ultimo agg.
27 Maggio, 21:49
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