Pompei, l’abbraccio al vescovo Caputo: sacerdote da 50 anni

La messa in santuario con centinaia di fedeli arrivati anche da Afragola, città natale del prelato

Il vescovo Tommaso Caputo con il prefetto di Napoli Michele di Bari e il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio
Il vescovo Tommaso Caputo con il prefetto di Napoli Michele di Bari e il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio
di Susy Malafrontae
Lunedì 15 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 16 Aprile, 07:24
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La città di Pompei abbraccia il suo vescovo, sacerdote da 50 anni, monsignor Tommaso Caputo, ordinato il 10 aprile del 1974. C’era anche il prefetto di Napoli Michele di Bari alla messa ieri in santuario. Il sindaco Carmine Lo Sapio a nome della città ha regalato all'arcivescovo un rosario in oro, diamanti e corallo cerasuolo, gli stessi materiali commissionati dal beato Bartolo Longo per la realizzazione della corona che stringono tra le mani la Madonna di Pompei e il Bambino Gesù. Vescovo, prefetto e sindaco si sono intrattenuti per qualche minuto in sacrestia (in foto).

Nel santuario gremito di fedeli, parenti, amici e rappresentanti istituzionali l’arcivescovo Caputo ha celebrato la Santa Messa per condividere la gioia dell’anniversario. Hanno concelebrato quindici vescovi, il clero di Pompei e numerosi sacerdoti di altre diocesi. Presenti il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli, una folta rappresentanza di cittadini di Afragola, città natale di monsignor Caputo, con il sindaco Antonio Pannone e il sottosegretario Pina Castiello.

«Cinquanta anni fa – ha detto il Prelato nella sua omelia – giungevo all’ordinazione ricco di una grazia ricevuta in seminario, a Capodimonte, negli anni successivi al Concilio Vaticano II.

Insieme ad altri seminaristi avevamo capito che, in Gesù morto e risorto per noi, l’Amore di Dio per ognuno è immenso». L’arcivescovo, che ha reso grazie a Dio e alla Madonna per aver custodito e accompagnato il suo cammino sacerdotale e poi episcopale, ha avuto parole di riconoscenza per i suoi educatori in seminario e per la sua famiglia in seminario. «Il pensiero – ha proseguito – corre spontaneo, oltre al primo rettore monsignor Ciriaco Scanzillo, al suo successore monsignor Luigi Diligenza, ad altri illuminati docenti e formatori».

Il Prelato ha ripercorso le tappe del suo sacerdozio, dall'ordinazione presieduta dal cardinale Corrado Ursi alla designazione a Pompei nel 2012. «Non è forse Pompei, la Città di Maria – ha rimarcato l’arcivescovo – il luogo dove innumerevoli eventi di grazia parlano con più eloquenza e raccontano ogni giorno e a ogni passo il compimento della storia della Salvezza? La Nuova Pompei è la comunità sorta a nuova vita dalla fede e dalla carità di due testimoni laici, il beato Bartolo Longo e la consorte Marianna de Fusco. E questa città così straordinaria che racconta il Vangelo fin nelle pietre, è diventata da 11 anni l’esigente verifica del mio sacerdozio e del mio apostolato».

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