I detenuti della Campania pellegrini della Madonna di Pompei: in ginocchio ai piedi della “Regina del Rosario” per chiedere la forza di non cadere più nella tentazione di delinquere. Nella lunga giornata di libertà, festa e, soprattutto, di fede hanno potuto riabbracciare i familiari e pranzare con loro. L’incontro, che si è svolto in occasione della Giornata Regionale della Misericordia degli Istituti Penitenziari della Campania, è stato un momento di riflessione sulla propria vita, sui propri errori e sulla possibilità di redenzione. Il pellegrinaggio è stata organizzato dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Centro di Giustizia Minorile di Napoli.
I detenuti, accompagnati dai familiari e dai cappellani, si sono ritrovati nel Piazzale San Giovanni XXIII del Santuario per raggiungere in corteo la Basilica, dove ad accoglierli c’era l’Arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo: «oggi vi siete messi in cammino per arrivare a Pompei. Il pellegrino è colui che può raggiungere un Santuario, ma anche colui che avanza nelle strade della propria vita. A volte però la via è complicata, tortuosa, irta di ostacoli. C’è chi la percorre senza grandi intoppi, ma c’è anche chi finisce nell’oscurità di gallerie apparentemente senza uscita. Non è così. L’uscita c’è ed è Gesù, nostra unica salvezza. Vi affido alla Madonna di Pompei e al Beato Bartolo Longo perché vi benedicano e vi custodiscano». I detenuti sono, poi, stati guidati nella preghiera da monsignor Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e delegato della Conferenza Episcopale Campana per la Pastorale Carceraria, che ha presieduto la santa Messa, concelebrata da monsignor Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca.
«È veramente Pasqua – ha detto monsignor Cascio – sentire il Signore che non ci esaudisce, ma ci risponde, ci fa sentire che è in mezzo a noi, vicino a noi, per cui possiamo continuare la nostra strada di fede, di amicizia, di speranza.