Pompei, detenuti in pellegrinaggio per chiedere perdono alla Madonna

Pompei, detenuti in pellegrinaggio per chiedere perdono alla Madonna
Pompei, detenuti in pellegrinaggio per chiedere perdono alla Madonna
di Susy Malafronte
Domenica 7 Aprile 2024, 13:29 - Ultimo agg. 8 Aprile, 23:00
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I detenuti della Campania pellegrini della Madonna di Pompei: in ginocchio ai piedi della “Regina del Rosario” per chiedere la forza di non cadere più nella tentazione di delinquere. Nella lunga giornata di libertà, festa e, soprattutto, di fede hanno potuto riabbracciare i familiari e pranzare con loro. L’incontro, che si è svolto in occasione della Giornata Regionale della Misericordia degli Istituti Penitenziari della Campania, è stato un momento di riflessione sulla propria vita, sui propri errori e sulla possibilità di redenzione. Il pellegrinaggio è stata organizzato dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Centro di Giustizia Minorile di Napoli.

I detenuti, accompagnati dai familiari e dai cappellani, si sono ritrovati nel Piazzale San Giovanni XXIII del Santuario per raggiungere in corteo la Basilica, dove ad accoglierli c’era l’Arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo: «oggi vi siete messi in cammino per arrivare a Pompei. Il pellegrino è colui che può raggiungere un Santuario, ma anche colui che avanza nelle strade della propria vita. A volte però la via è complicata, tortuosa, irta di ostacoli. C’è chi la percorre senza grandi intoppi, ma c’è anche chi finisce nell’oscurità di gallerie apparentemente senza uscita. Non è così. L’uscita c’è ed è Gesù, nostra unica salvezza. Vi affido alla Madonna di Pompei e al Beato Bartolo Longo perché vi benedicano e vi custodiscano». I detenuti sono, poi, stati guidati nella preghiera da monsignor Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e delegato della Conferenza Episcopale Campana per la Pastorale Carceraria, che ha presieduto la santa Messa, concelebrata da monsignor Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca.

«È veramente Pasqua – ha detto monsignor Cascio – sentire il Signore che non ci esaudisce, ma ci risponde, ci fa sentire che è in mezzo a noi, vicino a noi, per cui possiamo continuare la nostra strada di fede, di amicizia, di speranza.

Oppure possiamo ripartire dopo una sosta dovuta all’errore, alla stanchezza, al peccato. Questa è Pasqua per i pellegrini sulla Terra, continuare il cammino con il Risorto, ripartire con Gesù risorto». Subito dopo, alcuni detenuti e volontari dei 14 Istituti di pena presenti, oltre ai due istituti di pena minorile di Nisida e di Airola, hanno offerto la loro testimonianza, introdotti da don Rosario Petrone, Responsabile Regionale dei Cappellani delle carceri campane Presenti allo speciale pellegrinaggio, tra gli altri, Samuele Ciambriello, Garante per i diritti dei detenuti della Campania, Margherita Rigillo, presidente del tribunale dei minori di Napoli, diversi direttori e comandanti delle carceri campane, magistrati di sorveglianza.

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