Napoli, i giardini di piazza Quattro giornate intitolati ad Antonio Amoretti l'ultimo partigiano

L'omaggio della città simbolo della resistenza antifascista per “Tonino il Biondo”

Momento dell'intitolazione ad Amoretti della sede ANPI Napoli centro il 20 aprile scorso
Momento dell'intitolazione ad Amoretti della sede ANPI Napoli centro il 20 aprile scorso
di Vincenzo Cimmino
Giovedì 11 Maggio 2023, 14:03 - Ultimo agg. 12 Maggio, 18:00
6 Minuti di Lettura

Napoli ricorda Antonio Amoretti. Il 2 ottobre prossimo, nei pressi di piazza Quattro giornate, saranno intitolati all’ultimo partigiano della città i giardini pubblici. Antonio Amoretti, conosciuto anche come “Tonino il Biondo”, nato a Napoli l’11 settembre 1927, ci ha lasciati il 23 dicembre scorso. Era l’ultimo partigiano che prese parte attiva alle Quattro giornate di Napoli.

Fino all’ultimo ha raccontato, in particolare agli studenti che lo ascoltavano con grande attenzione e curiosità, il perché della sua scelta, dei valori per i quali si è battuto, dell’importanza di credere nella democrazia. «Portare avanti la memoria storica, trasmettere ai giovani gli ideali della resistenza e dell’antifascismo, – come spesso ricordava – questo è il compito dell’Anpi, è il mio compito, che da anni mi sono assunto e che continuerò finché le forze me lo consentiranno: parlare con i giovani per far capire loro che cosa è stato il fascismo, la guerra e la resistenza!». Amoretti ha mantenuto la sua promessa, è andato avanti fino a quando ha potuto, usando tutte le sue forze. 

E molte delle sue forze le ha spese con l’Anpi. Per anni è stato infatti presidente della Associazione Nazionale Partigiani di Italia di Napoli, sezione che il 20 aprile scorso, in una cerimonia ricca di commozione e ricordi, anche personali, ha deciso di intitolare la sua sede alla memoria di “Tonino il Biondo”. Hanno partecipato, oltre ai figli Maria Anna e Francesco Amoretti, anche il vicesindaco di Napoli Laura Lieto, il presidente della sezione Anpi Napoli centro Salvatore Ivone, il presidente provinciale Anpi Napoli Ciro Raia, il presidente del Premio “Amato Lamberti” Nino Daniele, e il responsabile Anpi Mezzogiorno Vincenzo Calò

Ed è proprio dalla vicesindaco che arriva la notizia, data in quella stessa giornata, dell’intitolazione: «Sono qui anche come presidente della Commissione Toponomastica che ha deliberato per la targa ad Antonio Amoretti e per l’intitolazione di questa sede.

Noi ci riuniamo a celebrare una vita esemplare, una vita che rappresenta tantissimi valori, con i quali ci identifichiamo. Sicuramente l’antifascismo, la Resistenza, il rifiuto delle derive totalitarie, che non è una faccenda degli anni Quaranta: è una questione sempre presente, un problema sempre contemporaneo, che ci ingaggia in qualunque momento storico. Questo uomo rappresenta una intera generazione di ragazzi e ragazze che sono andati incontro alla vita adulta in una piega della storia drammatica, un momento in cui l’Europa incontrava i regimi totalitari. Il 2 ottobre intitoliamo ad Antonio Amoretti i giardini di piazza Quattro giornate». 

 

L’attuale giunta ha quindi deciso di ricordare uno dei figli più illustri e coraggiosi della città, che a 16 anni compiuti da pochi giorni sceglieva di imbracciare le armi. Combatteva non soltanto per la libertà, per un futuro di pace e democrazia, per un domani che avrebbe dovuto essere migliore, combatteva anche e soprattutto per chi non lo faceva.

Una scelta coraggiosa, per un nuovo domani. Domani che, a conti fatti, è stato sì migliore, ma che oggi più di ieri, scomparsi molti dei protagonisti di una delle pagine più buie d’Italia, quella del periodo fascista, vede tornare una narrazione della storia troppo spesso mistificata, rendendo l’immagine di un passato diverso da quello che effettivamente è stato. Un passato che si vuole ridurre a mero scontro confuso tra parti difficili da identificare con esattezza. Sempre più spesso si opera una semplificazione in grado di portare solo grande confusione. Una nuova narrazione storica che però, invece di rimanere inascoltata, riesce a trovare il suo spazio, come è possibile vedere sempre più spesso anche negli alti livelli della scena politica italiana. È stata, la resistenza al fascismo, un qualcosa di ben più profondo, uno scontro portato avanti non soltanto attraverso la lotta armata, ma su diversi piani, quello socio-culturale in primis. 

Video

«Noi, come famiglia, siamo contenti di questa scelta. Ringraziamo la Commissione Toponomastica e il sindaco Manfredi, il quale ha appoggiato l’iniziativa che ha portato a questa intitolazione. Papà era molto legato a quei giardini – così commenta la notizia Francesco Amoretti, figlio di Antonio – non solo per via del nome che porta la piazza, che ricorda le Quattro giornate, ma anche perché nelle vicinanze si trova il liceo Pansini. Il liceo – che è intitolato ad Adolfo Pansini, giovane studente ucciso dai tedeschi il 30 settembre del 1943, proprio durante le Quattro giornate – ha concretamente ricordato mio padre, quando è finito, con uno striscione di saluto rimasto molti giorni esposto. Ma non solo. Mio padre ha partecipato a molte iniziative con i giovani. C’era annualmente una iniziativa, alla quale papà partecipava, un corteo che dal Sannazzaro, nella memoria delle Quattro giornate, percorrendo una parte della città che vide gli scontri della Resistenza, arrivava proprio dinanzi al Pansini. Questo per tenere viva la memoria storica della Resistenza, con i ragazzi». 

«Credo che l’intitolazione dei giardini ad Antonio Amoretti sia atto dovuto, – così commenta Ciro Raia, presidente provinciale dell’Anpi – un tributo veramente importante per l’ultimo partigiano combattente delle Quattro giornate. Noi come Anpi l’abbiamo ricordato intitolandogli, il mese scorso, la sezione Anpi Napoli centro, e credo che continueremo ad insistere, presso l’amministrazione comunale di Napoli, e qui devo dire che il sindaco Manfredi e la sua giunta si sono dimostrati sempre molto sensibili alle nostre richieste, perché Antonio possa essere ricordato intitolandogli una strada. E sarebbe ancora più bello se una strada di Napoli potesse essere intitolata a tutti i caduti delle Quattro giornate. In particolare, quelli senza nome, quelli che si sono immolati e di cui non c’è più traccia, quelli che forse vale più la pena ricordare». 

L’appuntamento, quindi, è al 2 ottobre, quando Napoli, celebrando uno dei suoi figli più coraggiosi, si fermerà per qualche minuto nel ricordo di Antonio Amoretti. Sarà un momento all’insegna della Resistenza all’antifascismo, la quale oggi più che mai deve avere spazio nell’agenda di ognuno di noi, affinché si tenga lontano il pericolo, sempre in agguato, di una nuova deriva fascista. Fascismo e fascismi assumono sempre volti nuovi: è compito delle generazioni di oggi saperli riconoscere e affrontare. Così come ha saputo fare Antonio Amoretti, e chi, come lui, aveva capito per quali idee e valori valeva la pena mettersi in gioco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA