In apertura della riunione del plenum del Consiglio superiore della magistratura il vicepresidente Fabio Pinelli ha ricordato l’avvocato Vincenzo Siniscalchi, morto lunedì per un malore durante un convegno, «grande penalista napoletano e consigliere del Csm dal 2006 al 2010» e ha chiesto un minuto di raccoglimento, a cui si è associato l'intero plenum. Il togato Tullio Morello ha sottolineato «l’eccellenza di un avvocato che ha fatto bene sia all’avvocatura che alla magistratura» e «lo straordinario tratto umano»; una vita sempre in prima linea «è morto a 92 anni mentre stava parlando ad un convegno di costituzione e di diritti, temi che lo hanno sempre appassionato», ha detto.
Anche la consigliera Domenica Miele ha tratteggiato la figura di un «principe del foro e pilastro dell'avvocatura napoletana», ricordando «un’esistenza interamente spesa per l’avvocatura, per la politica, per la formazione», con il merito di «aver fatto crescere culturalmente tanti avvocati e tanti magistrati, coniugando sempre nei suoi interventi diritto e cultura.
Ma Siniscalchi è stato anche un uomo di cultura, «raffinato cultore delle arti e del cinema». «Era una figura amata e rispettata a sinistra, la sua area politica, che l’ha portato alla Camera dei Deputati, ma anche a destra, dove era riconosciuto il suo valore umano e professionale - ha ricordato Miele - Ci mancherà il suo impegno per il Paese e per la città di Napoli, la sua sensibilità sempre attenta ai diritti, il suo entusiasmo e la sua passione per la vita in tutte le sue espressioni».
Infine il consigliere Edoardo Cilenti ha voluto celebrare la memoria di «un raffinato giurista e grande uomo di cultura. Un uomo che lascia una traccia indelebile per l’impegno profuso nel mondo della giustizia, di cui ha esaltato i valori più profondi. Tantissimi i suoi meriti, tra cui quello di aver sempre ricercato e costruito un proficuo dialogo con la magistratura per il bene delle istituzioni».