Morto l'avvocato Siniscalchi, le lacrime di Napoli: «Ha saputo difendere vittime e deboli»

Si è accasciato sul palco del Cinema Plaza, parlando di Costituzione

L'avvocato Vincenzo Siniscalchi
L'avvocato Vincenzo Siniscalchi
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 12 Febbraio 2024, 23:59 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 18:57
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Se ne è andato nello stesso modo in cui ha vissuto: pensando alle nuove generazioni e alla «possibilità di costruire una tavola di valori condivisa, per un futuro migliore». Sono queste le ultime parole di Vincenzo Maria Siniscalchi, uno dei pilastri dell’avvocatura napoletana, scomparso ieri pomeriggio all’età di 92 anni. Era intervenuto a un convegno dell’Anpi, all’interno del cinema Plaza di via Kerbaker. In pochi minuti, davanti a una platea spettatori, ha ribadito i valori che hanno scandito un’esistenza interamente spesa per l’avvocatura, per la politica, per la formazione. Poi ha perso conoscenza, sorretto sulle prime dal vicepresidente della camera Sergio Costa, fino ad accasciarsi sul palco. Immediato l’intervento dei sanitari del 118, ma non c’è stato nulla da fare.

In pochi minuti, nella sala del Plaza si sono ritrovate diverse generazioni di amici, avvocati, giuristi, che hanno avuto l’onore di conoscere il penalista napoletano. Accanto all’avvocato Siniscalchi si sono materializzati i suoi discepoli Gaetano Balice e Luigi Ferrante, ma sono tantissimi gli allievi che si sono ritrovati stretti nel dolore (tra questi gli avvocati Francesco Carotenuto, Domenico Ciruzzi, Giuseppe De Angelis, Sara Perrotta). Straziante il dolore toccato alla moglie, l’avvocato Marinella de Nigris, da cui Siniscalchi ha avuto le figlie Alessia e Francesca. Una morte che ha gettato un velo di malinconia su tantissime persone, tra esponenti delle istituzioni e uomini comuni. 

Immediato il cordoglio del sindaco Gaetano Manfredi e della sua giunta: «Uomo di grande cultura e fine giurista, Siniscalchi ha saputo farsi apprezzare per l’impegno profuso nell’attività professionale e civile. Da membro del Consiglio Superiore della Magistratura e Deputato per tre legislature ha contribuito con la sua esperienza e sensibilità alla definizione di proposte di legge in materia penale. Il suo impegno, espresso ai massimi livelli, non ha contrassegnato solo la carriera forense, ma è stato anche la cifra di partecipazione civica e appassionata al dibattito pubblico e alla vita delle istituzioni del Paese e della città che, da domani, ci mancherà». In tanti sottolineano che Siniscalchi è morto mentre parlava ad una manifestazione dell’Anpi (associazione nazionale partigiani italiani), come accadde nel 1984 al segretario del Pci Enrico Berlinguer, morto dopo un comizio a Padova. 

Nato nel 1931, studi alla Federico II, poco più che ventenne Siniscalchi calca le aule di giustizia di Castelcapuano, confrontandosi con i mostri sacri della tradizione forense napoletana. Era figlio di Francesco Saverio Siniscalchi, anch’egli penalista, all’inizio della sua carriera ha anche svolto incarichi accademici, come assistente di Diritto romano e Diritto penale a Napoli.

Nel giro di pochi anni riesce ad assumere la difesa di grandi personaggi contemporanei, senza mai disdegnare l’attenzione per i più deboli, i fragili, i meno abbienti, specie quando c’era da difendere quei principi e quei valori che hanno consacrato la sua esistenza. Impossibile racchiudere in poche righe il suo cammino professionale. Amico personale di Gigi Proietti, nel corso degli anni ha assunto la difesa di personaggi di diversa estrazione: parliamo di Tinto Brass (a proposito di censura), ma anche di un ricercatore indagato nel caso Marta Russo, la studentessa colpita da un proiettile di pistola esploso all’intermo dell’università romana, fino ad assumere l’incarico di difensore di fiducia di Diego Armando Maradona. Anni vissuti tutti di un fiato. È il periodo in cui Castelcapuano (anche per le indagini a carico del pibe de oro) conferma la sua centralità a Napoli, oltre ad essere meta dei giornalisti inviati da mezzo mondo. Tra i clienti più noti dell’avvocato Siniscalchi, cantanti, artisti e uomini di cultura del calibro di Franco Califano, Gigi Sabani, Michelangelo Antonioni, i politici Ciriaco De Mita e Vincenzo Scotti, in un arco temporale che va dai processi per camorra di fine anni Settanta alle grandi inchieste sulla tangentopoli napoletana. 

 

Affabile (specie con i più giovani), dotato di una straordinaria capacità di ascolto delle posizioni altrui, Siniscalchi era appassionato di arte e sapeva coniugare, tra i suoi tanti interessi, anche la verve per il giornalismo. Aveva collaborato a lungo con Il Mattino, il suo giornale, per il quale pubblicava fondi ed editoriali, su temi legati al dibattito pubblico ma anche su questioni legate alle riforme sulla giustizia. Una passione, quella della scrittura, che lo ha portato ad essere sempre rispettoso del lavoro giornalistico, mostrandosi capace di ribadire la propria autonomia nel confronto con la stampa, nella gestione dei grandi casi giudiziari che seguiva. È stato presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, ma anche di numerose altre associazioni, venendo poi insignito della massima onorificenza per gli oltre sessanta anni di carriera con la toga sulle spalle. Cordoglio espresso ieri, a nome degli avvocati napoletani, dal presidente del Consiglio dell’Ordine Titti Troianiello. Poi c’è la politica. 

Tra i fondatori dell’Ulivo, Siniscalchi diventa parlamentare per tre legislature, mostrandosi sempre in grado di far prevalere il proprio stile di vita, il proprio abito mentale e la propria capacità dialettica: si batte per le riforme, per lo svecchiamento del Paese, ragiona da statista pensando alle nuove generazioni. Ma non è finita. Cessata l’esperienza in Parlamento, Siniscalchi viene nominato membro laico del Csm, portando a Palazzo dei Marescialli la sua verve culturale, la propria sensibilità umanistica, ma anche il pragmatismo tipico di chi si è formato nel contraddittorio delle parti, al cospetto di un giudice, in un’aula di Tribunale. Sono gli anni che vanno dal 2006 al 2010, quando è acceso il clima di contrapposizione tra componenti della magistratura e il mondo politico, anni in cui, a Palazzo dei Marescialli, Siniscalchi riesce a garantire una possibilità di dialogo tra avvocati e magistrati. Negli ultimi tempi è stato sempre presente nel dibattito cittadino.

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Ogni volta che tornava in Tribunale, nel Palazzo di giustizia al Centro direzionale, attorno a lui si formava un capannello di colleghi e amici di generazioni diverse, con cui condivideva analisi che potevano spaziare dalla politica al diritto, soffermandosi anche sul calcio, dal momento che era un grande tifoso del Napoli. Ha spiegato l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini: «Sono profondamente colpito e commosso per la scomparsa del professor Vincenzo Siniscalchi che ricordo come un parlamentare acuto e sensibile, capace di essere un punto di riferimento sempre, soprattutto per i piú giovani. Fino a pochi mesi fa ho avuto il piacere di parlargli: un osservatore profondo del nostro tempo che ha sempre avuto a cuore il Mezzogiorno ed in particolare la sua amata Napoli». I funerali sono previsti nella mattinata di domani, alle 11, nella chiesa della Ascensione a Chiaia.