Acerra, blocco del termovalorizzatore. A2A «Avrà ripercussioni sulla raccolta»

Acerra, blocco del termovalorizzatore. A2A «Avrà ripercussioni sulla raccolta»
Martedì 4 Novembre 2014, 16:35 - Ultimo agg. 5 Novembre, 10:50
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Il perdurare della situazione di blocco dei camion che trasportano rifiuti al termovalorizzatore di Acerra (Napoli) «sta causando gravi conseguenze al ciclo dei rifiuti della regione Campania che porterà gravi ritardi anche nei conferimenti dei rifiuti urbani agli impianti STIR della regione con conseguenti ripercussioni nelle attività della raccolta di rifiuti urbani nei comuni».

È quanto fa sapere, con una nota, la società A2a, la multiutility, che gestisce l'unico impianto di combustione dei rifiuti attivo in Campania.

Da due giorni i cittadini di Acerra protestano contro il trasferimento da Eboli (Salerno) di alcune migliaia di ecoballe.

Protesta che non si è fermata neanche dinanzi alla decisione della Regione di bloccare il trasferimento dei rifiuti provenienti dal sito salernitano di Coda di Volpe.

A2A ha denunciato ieri sera alle Autorità competenti il blocco ma ha rinnovato l'invito alla cittadinanza ad aderire «agli incontri dedicati ai cittadini, agli studenti e ai comitati che sin dal 2011 vengono organizzati periodicamente presso il termovalorizzatore di Acerra, proprio per offrire l'opportunità di conoscere senza pregiudizi ed in maniera più approfondita l'impianto di Acerra e i processi gestionali adottati dall'azienda».

Le mamme al vescovo. Il vescovo si dissocia dalle posizioni estremistiche «che mirano al blocco totale dell'inceneritore» e le mamme che stanno protestando ad Acerra (Napoli) davanti al termovalorizzatore, lo ringraziano «per l'immenso coraggio» mostrato domenica con l'omelia nella quale il presule ha invitato a non abituarsi «alla cultura della morte». «Sono quelle le parole che ancora ci danno la forza di continuare a lottare per i nostri figli - scrivono le mamme - siamo stanche di subire le scelte calate dall'alto che scaturiscono da interessi economici. La vita delle persone ha la priorità su tutto: sentiamo forte il dovere di tutelare i nostri cari. Le morti che piangiamo non devono essere vane. Tutto questo lo dobbiamo a Tonia, Enza, Nello, Michele Liguori e tutti quelli che hanno pagato con la vita in questa terra martoriata. Il nostro è un atto di coraggio. Consapevoli e sicure che il suo cuore è con noi - concludono le donne rivolgendosi al vescovo - la ringraziamo per l'immenso coraggio».